Nella libreria Trebisonda in via Sant’Anselmo, 22 ha avuto luogo la presentazione del secondo libro di Beppi Chiuppani “Quando studiavamo in America”, il successivo di “Medio Occidente”. Si tratta di un romanzo di formazione e al tempo stesso di un saggio.
Viene descritta l’esperienza di studio all’Università di Lettere di Chicago con l’obiettivo di salvare le materie umanistiche in grave rischio di decadenza. Dunque è un romanzo autobiografico poiché lo scrittore si concentra particolarmente sul modello accademico americano che definisce metropolitano.
La vicenda è perlopiù ambientata negli spazi urbani descritti con cura e precisione.
Lo spaesamento in un luogo sconosciuto favorisce il ragionamento acuto di un individuo.
Chiuppani evidenzia la differenza tra “cervelli in fuga”e “viaggi di menti”. I primi sono inesistenti mentre i secondi sono spostamenti temporanei.
Le accademie americane hanno a disposizione molte risorse finanziarie, biblioteche fornite di numerosissimi volumi senza limiti di prestito. Ogni studente ha la possibilità di leggere e analizzare i testi in maniera autonoma.
Tuttavia gli universitari sono costretti a redigere i papers durante il dottorato con la stessa struttura e gli stessi contenuti degli altri dottorandi la cui conseguenza comporta la riduzione della qualità e varietà della forma verbale.
Inoltre l’autore si è soffermato sulla meritocrazia che ha un valore consistente in America ma non in Italia.
L’incontro è stato moderato da Raffaello Palumbo, un critico letterario e amico dello scrittore Chiuppani.
Yasmina Houmi e Elena Salinaro, Liceo Primo Levi.
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