Oggi al cinema Fratelli Marx, in Corso Belgio, si è svolta una conferenza.
L’argomento trattato è stato il genocidio armeno, iniziato nel 1915.
Il popolo armeno porta da anni ormai una ferita aperta che non riesce a rimarginare, causata dall’estremo negazionismo del mondo nei confronti dell’esistenza di questo catastrofico crimine.
Il genocidio non ha provocato solamente un’enorme perdita di persone, ma anche dolore e traumi psicologici, influenzando moltissimo la cultura armena.
Il libro “Il genocidio infinito” di Martina Corgnati riguarda proprio questo ambito ed è basato sullo studio della cancellazione dei resti armeni e sui ricordi in memoria di quel che è accaduto.
Il libro presenta numerose testimonianze dei nipoti e dei discendenti di coloro che hanno vissuto personalmente l’avvenire dei fatti. La guerra uccide nell’uomo la sua umanità, divora l’anima e spegne la gioia che si dovrebbe avere nei confronti della vita.
La popolazione armena ha perduto molto più di parenti, amici o case.
Anche se i libri di storia hanno oscurato completamente l’orrore che il popolo armeno ha dovuto subire, noi non possiamo voltare pagina.
Tutti coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo.

Matilde Manca, Alessia Ulloa, Liceo Copernico