Uno dei migliori prodotti del giornalismo italiano, Giorgio Zanchini, ha presentato durante l’incontro di ieri sera a palazzo Montereale Mantica, Pordenone, il suo nuovo libro: “Leggere, cosa e come. Il giornalismo e l’informazione culturale nell’era della rete”. In apertura Piero Angelillo, presidente del Circolo della Stampa di Pordenone, ha conferito il titolo di socio onorario all’autore.
L’incontro è stato strutturato come un botta e risposta tra Zanchini e Cristiano Degano, presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Friuli Venezia Giulia.
<<Cosa ha ispirato la creazione di questo libro?>>
<<Negli ultimi anni è avvenuta una “rivoluzione copernicana” nel campo dell’informazione, che ha sconvolto il modo tradizionale di cercare e ricevere notizie. Ormai non esiste più la figura del giornalista come mediatore, a causa di Facebook, Twitter e altri social network che hanno preso il sopravvento. Questo fa sì che l’informazione oggi sia accessibile a tutti ma allo stesso tempo più caotica e incontrollata.>>
<<Qual è il settore più colpito da questo fenomeno? Perché?>>
<<Il media più in crisi è di certo il giornale tradizionale. In Occidente, in particolare, non siamo più abituati a pagare per informarci. Ciò di cui non ci rendiamo conto, però, é che senza un giornalismo di qualità che filtri e selezioni le notizie, la democrazia è più debole. Televisione e radio, invece, hanno sopportato piuttosto bene questa rivoluzione, anche ibridandosi con il web.>>
<<E per quanto riguarda i libri invece?>>
<<Come diceva già Umberto Eco, “Il libro è un oggetto perfetto, come gli occhiali e il cucchiaio”. Questo è aiutato dal fatto che i libri digitali non si sono rivelati all’altezza delle aspettative. Il libro cartaceo rimane quindi insuperato e insuperabile.>>
Elena Villalta, Sara Radegonda, Margherita Mautino
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