Oggi al Cinema Apollo è stato raccontato l’orrore. L’orrore nella sua forma più barbara, quella della tortura di un giovane ricercatore universitario in Egitto: Giulio Regeni. Con la presenza di Paola Deffendi e Claudio Regeni (genitori di Giulio) con la loro avvocatessa, il presidente della Commissione per i Diritti Umani al Senato, Luigi Manconi e la giornalista Lina Attalah, si è parlato sia dell’ignobile processo diffamatorio subìto anche (e soprattutto) post mortem da Giulio sia dei depistaggi attuati da magistratura, governo e media egiziani -e non. Infatti con un rimbalzo di false e illusorie notizie costruite ad arte, si è cercato il più possibile di costruire un profilo totalmente nocivo del giovane. Oltretutto si è aggiunto il racconto dei gravissimi tentativi delle autorità egizie di deviare le indagini attraverso ricostruzioni fittizie e di dubbia natura al fin di impossibilitare il più possibile il conseguimento della realtà dei fatti.

“Il viso di Giulio era diventato piccolo piccolo piccolo. Nel suo viso ho visto tutto il male del mondo”. Con questa citazione della mamma di Giulio, il senatore Manconi ha esordito il suo intervento affermando come il Governo Italiano non abbia giocato tutte le sue carte nella gestione della crisi diplomatica venutasi a creare. Altrettanto dure le parole sia dello stesso Manconi contro la condizione dei diritti umani in Egitto (e così in Italia riguardo l’assenza di una precisa legislazione sulla tortura), sia dell’avvocatessa di famiglia nel denunciare come sia assente qualsivoglia forma di collaborazione tra i due Paesi e come al contrario venga colpito personalmente chiunque pare possa sapere qualcosa di più sull’omicidio di Giulio. Simbolico il silenzio stampa richiesto dalla famiglia alla conclusione dell’incontro, da vedere come necessaria forma di elaborazione personale del dolore.

 

Lorenzo Mollo, Liceo Classico Vittorio Alfieri, Torino

Piervittorio Milizia, Liceo Classico Ludovico Ariosto, Ferrara