Alle 12.00 di venerdì 30 settembre, al Teatro Nuovo, ha avuto luogo il dibattito con importanti esponenti esteri Il mediatore è Iacopo Zanchini, vicedirettore di Internazionale. I giornalisti invitati, per la Francia, Eric Jozsef, come rappresentante dei paesi anglosassoni , Tom Kington e per la Germania, Regina Krieger sono stati chiamati a discutere delle riforme che il premier Matteo Renzi intende proporre per modificare la Costituzione, la legge elettorale e l’economia.
I commentatori sono chiamati a dire come vengono viste dagli occhi dei giornalisti esteri le idee renziane, dunque loro rispondono alla domanda: Renzi ha buone idee, che possono recare vantaggi, oppure le sue proposte sono un fallimentare buco nell’acqua?
La prima domanda che è stata posta agli ospiti è stato un commento sulla riforma costituzionale il cui referendum si terrà il 4 dicembre di quest’anno. Il futuro esito, secondo Regina Krieger è fallimentare, in quanto il fatto di aver continuamente posticipato la data ha fatto perdere credibilità alla volontà di cambiare l’ordinamento politico del paese. L’opinione del giornalista francese Eric Jozsef, è l’opposto. Il giornalista riconosce che la riforma è stata scritta male, ma pensa che questa sia fondamentale per dare una stabilità politica al nostro paese. Strettamente legato a questo punto, Eric dice che, se la legge non venisse approvata, il paese si troverebbe in uno stato di ulteriore instabilità politica, aggiungendo che sarebbe a quel punto difficile trovare un degno sostituto di Renzi. A questo tema il mediatore ha posto la seguente domanda: il Jobs Act funzionerebbe anche da solo o non ci sono elementi politici ed economici per sostenerlo? Intervengono a questa domanda i giornalisti inglese e tedesca. Il primo sostiene che “da qualche parte bisognava pur incominciare”, anche se le piccole cose non sono state fatte; Regina Krieger ci confessa che bisognerebbe continuarlo anche se questo andrebbe a costare posti di lavoro in campo politico. Ritornando alla domanda di partenza, Tom Kington, trovandosi a scrivere un articolo sulla riforma italiana, ci confessa che mente cercava informazioni su questa non è riuscito a trovarne alcune scritte in modo chiaro, per cui è dovuto ricorrere all’aiuto di un deputato, il quale gli ha spiegato in modo preciso la riforma. Ciò ci fa capire che chi volesse trovare informazioni sulla riforma, non riuscirebbe nell’intento in quanto la stesura di essa non aiuta la sua comprensione.
La seconda domanda posta a loro, riguarda la riforma costituzionale sommata alla riforma elettorale. Questa somma può portare ad uno strapotere da parte del governo?
La giornalista tedesca ci confessa che tale riforma non sarebbe mai esistita senza la pressione del Movimento 5 stelle. Per cui non vede il pericolo dello strapotere. Il giornalista francese invece non vede questo pericolo in quanto pensa che la personalità del premier è molto dominante rispetto ai ministri. Inoltre il giornalista francese propone scherzosamente a Matteo Renzi di dimettersi in caso il referendum risultasse positivo, per poi passare alle prossime elezioni. Il referente inglese invece sostiene che per dare un senso al processo di riforma sarebbe stato necessario modificare prima il senato e poi attuare l’Italicum.
Riprendendo il difetto di Renzi, definito “un uomo solo al comando”, il francese Eric Jozsef, crede che il premier si debba circondare di una squadra competente per il governo, anche se lo ritiene impossibile, aggiungendo che l’uomo solo non va da nessuna parte. Regina Krieger concorda con il collega francese ricordando una ministra tedesca che per risollevare la Germania da una crisi economica si vide costretta a proporre una riforma che le costò il posto al lavoro e al Governo; con queste parole la giornalista, vuole comunicarci che le riforme inizialmente possano destabilizzare, ma con il tempo possono recare vantaggi. Tom Kington, concorda con le opinioni di entrambi i colleghi.
Il dibattito dall’argomento politico passa a quello economico. La domanda posta ora ai nostri ospiti è riguardo la politica economica dell’Italia. La referente tedesca afferma che la posizione italiana non è rosea dal punto di vista economico, appoggiando le riforme messe in campo dal ministro dell’economia Padoan. Il giornalista francese pensa che il paese italiano non sia mai uscito da una crisi economica e che questa sia dovuta ad una crisi di una identità politica.
L’ultima domanda che ha concluso il dibattito è stata: Renzi a preso le sembianze di un esponente di destra o sinistra? I colleghi Tom e Eric credono ancora nell’etichetta obbligatoria di classificare il politico di destra e di sinistra, accentuata dalla tradizione. Regina sostiene il contrario. Le classificazioni politiche sono ormai superate, l’importante è fare politica per le persone.
L’ultima parola è del giornalista francese, che sostiene servano gli strumenti necessari per attuare una politica fiscale e dare progresso al paese. Questa visione però non sembra essere nella prospettiva del nostro premier Matteo Renzi.
Anna Di Garbo e Francesca Menegatti