Quanto c’è di vero nelle notizie che leggiamo? Riusciamo a distinguere i fatti reali dal filtro di uno sguardo razzista e islamofobo?
A queste domande hanno risposto Chiara Nielsen, vicedirettrice di Internazionale, e Catherine Cornet, giornalista e ricercatrice, durante una conferenza del Festival di Internazionale a Ferrara tenutasi al Circolo Arci Bolognesi.
Le due giornaliste hanno discusso con ironia e sagacia il tema dei pregiudizi e dell’Islamofobia, spesso alimentati dalla stampa.
In apertura della conferenza, Catherine Cornet ha mostrato alcune foto di giovani londinesi, etichettandoli con la loro fede religiosa: cattolici, luterani, ebrei. Il senso di perplessità causato da questa identificazione ha portato la giornalista a farsi una domanda cruciale: “Perché identificare dei ragazzi con la loro identità religiosa ci sembra così strano, nonostante i musulmani siano costantemente privati di qualsiasi tipo di determinazione, se non quella religiosa?”
Questo è solo uno dei quesiti che dimostrano che lo sguardo occidentale nei confronti dell’Islam sia spesso legato ad un sentimento di superiorità e ancora troppo vicino ad una visione colonialista.
Come ulteriore dimostrazione, sono state analizzate e decostruite due notizie che hanno causato lo scompiglio e l’indignazione generale: i presunti duemila molestatori di origini arabe, denunciati dopo la notte di Capodanno a Colonia, e il divieto di indossare il burkini da parte di 26 comuni balneari francesi.
“Ho incontrato moltissime difficoltà nel ricostruire i fatti e nel trovare fonti senza interpretazioni” racconta Chiara Nielsen, “mi trovavo in una situazione di grande imbarazzo: sembrava che volessimo occultare i fatti, quando in realtà il nostro intento era quello di scrivere un articolo completo e attendibile”.
Le soluzioni a questo problema? Una maggiore molteplicità di voci e di punti di vista, maggiore informazione e meno pregiudizi.
Aminata Sow