Ieri al Cinema Apollo Ilvo Diamanti (sociologo e politologo) e Virginia Maestri (Commissione europea), moderati da James Politi (Financial Times) ed Eric Jozsef (Libération), hanno dialogato sulla questione della difficile vita dei giovani europei.
“Qual è la realtà dei giovani in Europa?”
Diamanti afferma che l’Europa è vecchia; tra i paesi europei l’Italia è uno dei paesi in maggior declino demografico, anche se si conta la forte immigrazione. Inoltre spesso ci si dimentica dell’alto tasso di emigrazione giovanile che coinvolge soprattutto il nostro Paese; infatti, i ragazzi, in particolar modo i più preparati, sono attratti da quei paesi che offrono loro maggiori possibilità di lavoro. Offrire ai giovani lavoro vuol dire anche offrire al proprio paese possibilità di futuro. Diamanti afferma che i giovani sono la metafora del futuro.
“Disoccupazione ed inattività giovanile, come e perché?”
Maestri è dell’opinione che i giovani che non trovano lavoro sono scoraggiati e che per questo motivo non hanno la voglia di provare a cercarlo. Quindi si trovano costretti, spesso fino all’età di trent’anni, a cercare appoggio nella propria famiglia; questo metodo di welfare famigliare sta funzionando per questa generazione, ma con l’arrivo della prossima è necessario un cambiamento radicale.
“Perché non c’è uno scontro generazionale?”
In primo luogo, afferma Diamanti, perché sono pochi i giovani e sono troppi i non-giovani che non vogliono ammettere di essere adulti, in secondo luogo perché non è conveniente scontrarsi con la propria famiglia: infatti i figli traggono sostentamento dai genitori, e questi cercano rimedio alla solitudine con i figli.
Si è verificato inoltre, a partire dagli anni ’90 del secolo scorso, un appiattimento delle idee e un’omogeneità dei destini e dei punti di vista rispetto ai propri genitori.
Si deve puntare sui giovani per avere futuro, perché i giovani non hanno paura, sono aperti agli altri, sono innovativi… Dar fiducia ai giovani vuol dire far rinascere il proprio paese, la sua economia e, soprattutto, fa si che questi giovani coraggiosi e innovativi abbiano voglia di restare dove sono nati; non di scappare verso un sogno straniero.
Gabriele Druetta e Andrea Righi
Liceo Alfieri – Torino e Liceo Ariosto – Ferrara
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