Massimo Somaglino, Giuliana Musso e Gianluigi Meggiorin hanno sfidato lo spettatore in un meticoloso gioco ad intarsio, in cui tre storie si contengono e si intrecciano, legate da piani diversi di finzione.

Ad occupare il palco sono soprattutto il virtuosismo degli attori e la capacità di immedesimazione che unite all’armonia dell’unione tra prosa e poesia hanno creato nel pubblico una forte empatia.

Il connubio tra luci, musica e versi che avvolgevano la scena hanno invaso le varie sfere sensoriali dello spettatore, rendendolo partecipe di un armonioso equilibrio che arricchiva e intensificava la trama… Trama, che se pur intrigante, non acquisiva un ruolo di primo piano ma rimaneva parte di un insieme che produceva una perfetta sinfonia.

Lo spettacolo, nato dalla fusione del romanzo di Björn Larsson, I poeti morti non scrivono gialli e quanto dello stesso palesa in Diario di bordo, mette in scena le vicende di uno sfortunato poeta alle prese con la stesura di un thriller politico che denuncia la crescente polarizzazione tra ricchi e poveri in una società sull’orlo della crisi finanziaria. La delicata introspezione psicologica dei personaggi scivola verso la poesia e fa perdere il senso del confine netto che separa note e parole, immagini e sensazioni.

Giulia Lenna, Teresa Fassetta

III C SCI, Liceo scientifico Grigoletti, Pordenone