Si è trattato dell’incontro con uno scrittore elegantemente disponibile al confronto, al dialogo con noi giovani lettori dei suoi romanzi, riservato per quanto attiene la sua vita personale, ma generoso nello svelare alcuni dei segreti delle sue opere…e in esse sono effettivamente celati momenti di vita vissuta, incontri fortuiti o meno con persone che hanno significato per lui a tal punto, da acquisire spazio significativo nei suoi racconti, ed alle quali è riuscito ad infondere un’umanità profonda e una vitalità che traspare dalla vividezza delle sue parole. Lo sguardo curioso e presente che fa capolino tra le pagine, trova conferma nel brillante interessamento dell’autore nei confronti della realtà, alla quale è possibile conferire poesia tramite le parole.
Ne Il porto dei sogni incrociati, con Madame Le Grande, Larsson lascia riemergere il ricordo di una donna che aveva ospitato un intero equipaggio, a cena in casa sua, proprio vicino al caffè in cui lui aveva trovato ristoro, al porto di Treguier. Ci svela anche la sua passione per la geologia, quindi scopriamo che la sua precisione e la sua passione nel descrivere le pietre preziose nel romanzo derivano da questo sogno giovanile che l’autore custodisce nel cassetto.
Con Larsson è stato possibile parlare del più e del meno, di libri, festival, culture, del suo soggiorno in Italia, della considerazione che ha del nostro paese e di quella che ha nei confronti della Svezia, paese nativo. Docente universitario, studioso e ricercatore scrupoloso, che rifugge le mere celebrazioni o il sentirsi venerato dai suoi lettori, dai quali esige rispetto e la dovuta sensibilità nei confronti della sua vita privata.
Uno degli aspetti che ci ha maggiormente stupiti, è stata la motivazione che lo ha condotto e lo induce a scrivere, la quale si è rivelata essere non una inarrestabile necessità personale, piuttosto che il bisogno impellente di elaborare esperienze individuali, quanto la volontà di dare ai suoi lettori “una boccata d’aria”, una fuga dalla realtà, dalla quale possa provenire però una riflessione intima e profonda su questa stessa.
“Larsson nel corso della conversazione con noi, – osserva Chiara – sembra manifestare un entusiasmo crescente perché comprende di trovarsi di fronte a ragazzi che hanno compiuto un percorso per poterlo accogliere, che è consistito nella lettura dei suoi romanzi e nell’approfondimento delle conoscenze che consentono una maggior comprensione degli stessi, in una fase precedente al suo arrivo in Italia; la cosa lo sorprende favorevolmente, in quanto si sente apprezzato non per il suo nome o la sua fama, ma per i suoi romanzi, in quanto risultato di un duro lavoro”.
“Avendo letto Bisogno di libertà, -azzarda Veronica- ero rimasta stupita del suo profondo attaccamento alla libertà, mi aveva colpito il modo con cui andava delineandosi nel corso della narrazione e mi sono chiesta come, circondati dalle convenzioni della società odierna, lui riesca ad essere sempre coerente con questo valore e stile di vita. Larsson ha risposto semplicemente dicendo che questo suo bisogno è senz’altro radicato nella sua indole, ed è sempre presente nelle vicende quotidiane, però, soprattutto da qualche anno a questa parte, ha imparato a dare delle priorità, riconoscendo quali delle esperienze possano a lui essere gradite, a prescindere dalla libertà o restrizioni che esse implicano. È importante infatti comprendere cosa possa renderci felici nonostante le nostre convinzioni, perché ciò che è diverso non sempre è sbagliato, anzi”.
Ciò che è rimasto più impresso a tutti è stato il modo con il quale si è posto con noi ragazzi. Godendo di notorietà (anche se lui sostiene il contrario), ci aspettavamo di trovare in lui una persona poco disposta al dialogo e soprattutto ad ascoltare…e a sua volta ci ha favorevolmente stupiti, anche per l’abilità spesso palesata di dare la sensazione di una risposta piena, definitiva ai nostri quesiti ma che poi rimaneva volutamente ambigua…per concederci la libertà di pensare.
Ferra Veronica, Franzin Chiara, Fassetta Teresa III C SCI
Liceo Scientifico M. Grigoletti, Pordenone.
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