Giuliano Pesce è stato adottato dall’Istituto tecnico industriale “G.C. Faccio” di Vercelli  in questo articolo ci racconta il suo primo incontro con la classe

L’idea mi è piaciuta subito. Il programma scolastico – ai “miei tempi” (2008/2009) – si fermava intorno agli anni Ottanta. Si parte dai Siciliani e Dante, per finire con Calvino. Per come la vedo io, invece, il corretto approccio alla letteratura dovrebbe essere quello opposto. Si dovrebbe cominciare dal presente, con romanzi scritti nella lingua di oggi per le persone di oggi; e poi – una volta catturata l’attenzione dei lettori – portarli all’indietro, risalendo la corrente della storia come salmoni curiosi, scoprendo piano piano l’infinita catena che collega scritture e scrittori di ogni epoca.

È un po’ come fanno certi narratori: iniziano la storia dal momento presente dell’azione, quello in cui la tensione della storia verso il pubblico è massima; solo dopo vanno a ritroso, per capire cos’abbia condotto il protagonista in una situazione simile. Come l’inizio del film Fight Club, per intenderci: Edward Norton con la pistola di Brad Pitt ficcata in bocca si lamenta che la gente gli chiede sempre se conosce Tyler Durden.

«Due minuti. Ci siamo: Punto Zero. Vuoi dire qualcosa per immortalare il momento?»

#Adottaunoscrittore mi è sembrata l’occasione giusta per parlare di tutto questo. Ma, per prima cosa, bisognava sperare nella collaborazione dei ragazzi. Le mie fortune sono state tre:

  1. Il mio romanzo, Io e Henry, gli è piaciuto;

  2. Ho trovato una classe sveglia e partecipe;

  3. Avendo già fatto altri incontri con le scuole, ho notato una cosa: gli studenti delle superiori sono abituati a leggere perlopiù opere di scrittori defunti; vederne uno vivo, gli fa un effetto strano, e decisamente positivo.

Il primo incontro è stato ottimo, utile per rompere il ghiaccio e conoscersi a vicenda. Per i prossimi, il programma è chiaro e condiviso. Partendo da alcuni esempi di Grandi Maestri del genere, come Primo Levi e Tommaso Landolfi, i ragazzi proveranno a scrivere un racconto realistico, ma con almeno un elemento fantastico. Credo che calarsi nei panni dello scrittore non possa che fargli bene, fornendogli strumenti nuovi per apprezzare la letteratura di ogni epoca.

E poi sono troppo curioso: non vedo l’ora di scoprire quali storie si annidano dentro di loro!

Giuliano Pesce