E’ la terza volta che partecipo ad “Adotta uno scrittore” e lo faccio sempre con grande piacere perché mi consente di ascoltare i ragazzi. Sono stata adottata da una gran bella classe: attenta, vivace, partecipe. La prima volta che ci siamo visti abbiamo parlato di terremoto e di animali, partendo dal mio libro “Vicini alla terra”. Ho raccontato di come la Protezione Civile Piemonte fosse presente in forze a Norcia e un paio di ragazzi mi hanno detto di essere molto interessati al volontariato (uno di loro sta iniziando un corso di pronto soccorso). Poi abbiamo parlato di animali: chi ha un gatto, chi un cane, chi tutti e due, chi tartarughe, conigli, pappagallini, criceti. Sono venute fuori belle storie, episodi delle vacanze – quando è più facile stare all’aperto e magari si va al Sud o in campagna, o dai parenti anche lontani (per esempio in Albania) – e qualcuno ha raccolto l’invito a scrivere un piccolo racconto. Una ragazza mi ha chiesto se poteva scrivere di quando aveva aiutato una gatta a partorire, un altro vorrebbe raccontare del randagismo che c’è in Calabria. Abbiamo anche pensato a quanti animali sono protagonisti di libri e film: è venuto fuori un elenco lunghissimo fra pesciolini, pinguini, cerbiatti, elefanti, cani, gatti, zebre, leoni… Il primo incontro è volato via in un attimo.
La seconda volta che ci siamo visti ho portato un mio libro di qualche tempo fa, “Christine e la città delle dame”, la storia della prima scrittrice di professione e del suo libro sulle donne famose scritto in risposta ai tanti libri misogini dell’epoca (siamo nel Medio Evo). E’ un libro per bambini ma mi è servito per introdurre un argomento che mi sta molto a cuore: la narrazione delle storie delle donne. Ho portato anche un libro che in questi mesi sta andando forte, tanto forte da resistere in cima alle classifiche da un po’: “Storie della buonanotte per bambine ribelli”, altro libro per bambini ma che, di nuovo, può servire da spunto anche ai ragazzi più grandi per discutere del perché si trovino così poche donne nei libri di storia, di scienza e di letteratura e, in generale, nei programmi scolastici. Abbiamo discusso anche dei limiti di quel libro (ho illustrato certe mie riserve su come sono state trattate alcune figure), ma lo abbiamo poi letto aprendolo a caso e facendolo passare in giro. A turno, ragazze e ragazzi hanno letto ad alta voce una delle cento biografie: sono venute fuori le storie di scienziate, artiste, scrittrici, guerriere, attiviste di tutto il mondo che non conoscevano e che, in qualche caso, non conoscevo neanche io. Abbiamo parlato di divisione dei lavori domestici, di disparità salariale fra uomo e donna, di rappresentanza politica, di lavoro delle donne, di insegnanti che, dalla materna alle superiori, sono soprattutto donne. Abbiamo parlato anche del modo in cui è stato fatto quel libro: dapprima con il crowdfunding, poi chiedendo ai lettori suggerimenti per scegliere la lista dei nomi, quindi coinvolgendo le illustratrici. Anche il secondo incontro è volato via in un attimo e tutti hanno partecipato e contribuito alla discussione: la mia classe è bella sveglia e ha una magnifica professoressa di Lettere.
Per il terzo incontro sto pensando a qualcosa che riguardi l’esperienza della lettura. Naturalmente leggeremo quello che hanno prodotto i ragazzi (sono sicura che almeno tre hanno scritto). Penso anche che parlerò del Salone del Libro, dello spazio pubblico occupato dagli scrittori, del senso degli incontri dal vivo con chi, di norma, lavora invece in solitudine e in casa.
Silvia Ballestra
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