Anni di incontri nelle scuole mi hanno insegnato almeno una cosa. Che per la riuscita di un incontro con uno scrittore è necessario che i tre attori in campo, vale a dire ragazzi, insegnanti e autore si armonizzino tra di loro. Tirino il carro nella stessa direzione insomma.
Ora questo succede spesso, ma non sempre. Mi è capitato più di una volta di vedere insegnanti che, mentre uno si affanna parlare con gli alunni, chiacchierano amabilmente fra di loro, spippolano sul cellulare o anche solo compilano scartoffie. Cose che non sono mai un buon segnale. Se gli insegnanti per primi non si dimostrano interessati a quello che succede in classe mi pare ovvio che i ragazzi si chiedano perché debba interessare a loro.
Oppure capita che gli alunni non appaiano molto coinvolto da quel tizio/a piombato/a come un marziano/a nella loro classe. In questo caso sovente la causa si può trovare in una non adeguata preparazione dell’incontro. In altre situazioni è possibile invece che l’autore non si riveli all’altezza, vuoi soltanto perché quel giorno non sta bene, vuoi perché, a prescindere dalla sua capacità di scrittore, fa fatica ad entrare in empatia con i ragazzi.
Bene, nel caso della prima media sezione B di Priocca che mi ha adottato posso dire che almeno due delle condizioni per una buona riuscita del mio intervento si sono verificate in massimo grado. Sulla terza, quella che riguarda il sottoscritto, ovviamente non tocca a me esprimere giudizi.
I ragazzi sono apparsi ben preparati, interessati a quanto ho proposto loro e l’insegnante ha evidentemente lavorato e continua a lavorare molto bene.
Interessantissimi, trattandosi di una classe 3.0 che usa a fondo gli strumenti informatici, i book-trailer realizzati sui libri del sottoscritto e di Loredana Frescura.
Nel corso degli ultimi due incontri ho affrontato con la classe la questione della potenza e forza della parola e di come sia fondamentale una loro scelta accurata per rendere efficace al massimo la comunicazione e l’enorme importanza della documentazione preliminare a qualsiasi cosa si voglia scrivere.
Sono state quasi ore intense, in cui l’attenzione dei ragazzi non è mai venuta meno e in cui anche le insegnanti presenti si sono messe gioco partecipando alle attività proposte.
In sostanza quindi una serie di ottimi incontri, a dimostrazione del fatto che veramente, nell’ambito della divulgazione nella scuola della letteratura per ragazzi, ci sono praterie sterminate da percorrere.
Marco Tomatis
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