Spesso, quando si parla di traduzioni, ci si pone una domanda alla quale è difficile dare una risposta. Una traduzione deve essere “bella e infedele” o è preferibile attenersi fedelmente al testo, ma ottenere un risultato piatto e meno accattivante?
Tradurre non è mai un compito facile e accade che il lavoro del traduttore venga sottovalutato. Si sottovaluta quanto, chi traduce, ogni giorno si trovi a compiere delle scelte o debba trovare degli stratagemmi per tradurre termini intraducibili nella propria lingua madre. Il suo lavoro deve essere infatti proiettato verso il lettore, per garantirgli una lettura scorrevole e piacevole.
Il Salone Internazionale del Libro di Torino ha sempre dedicato uno spazio alla traduzione e anche quest’anno, nella sua trentesima edizione, gli eventi relativi al tema saranno innumerevoli.
Dal 18 al 21 maggio, sarà possibile assistere all’evento “Lo scrittore ed il suo doppio”, organizzato dalla rubrica dedicata alla traduzione “L’AutoreInvisibile”, in cui autori come Maria Teresa Andruetto, Daniel Pennac, Annie Ernaux, Luis Sépulveda e molti altri converseranno con i rispettivi traduttori. Un altro evento da non perdere, “Tradurre da una lingua plasmata su un’altra: l’inglese irlandese di James Joyce”, si terrà giovedì 18 maggio. Sempre nella giornata del 18 maggio il direttore del Salone Internazionale del Libro, Ernesto Ferrero, racconterà il suo viaggio nel capolavoro di L.-F. Céline.
Chi è interessato all’arte dell’editoria, oltre che a quella della traduzione, potrà seguire anche l’evento “Traduzioni nelle nuvole: gli editori si presentano”, in programma il 19 maggio.
Sabato 20 maggio per la IX edizione del premio Ostana si terrà infine l’incontro tra gli scrittori che interpretano le antiche lingue minorizzate.
Grazie alle innumerevoli programmazioni dedicate alla traduzione proposte dal Salone Internazionale del Libro, anche i meno esperti e gli appassionati potranno scoprire o riscoprire un universo che riserva ancora tante sorprese.
Claudia Felloni, Liceo L. Ariosto.
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