Robert Domes, insieme a Fabio Geda, ha provato, oggi, a far luce su un periodo buio, quello della seconda guerra mondiale.

Il giornalista e scrittore tedesco ha presentato al giovane pubblico dell’arena Bookstock il suo libro “Nebbia in Agosto” (Mondadori), la vera storia di Ernest Lossa, coraggioso ragazzo che, nel suo piccolo,  sfidò la dittatura nazista.

Domes ha impiegato cinque anni di ricerche per conoscere appieno la tanto triste quanto breve storia del protagonista; ha poi scelto, però, di scrivere un romanzo e non di realizzare un documentario, come aveva previsto inizialmente, per poter arrivare meglio alla mente e al cuore dei ragazzi.

Ernst nasce nel 1929, in Germania, da una povera famiglia di Jenisch, venditori ambulanti; all’età di solo quattro anni, viene crudelmente allontanato dai suoi genitori, considerati zingari asociali, e trasferito in un orfanotrofio. Nonostante le difficoltà economiche, prima era felice della libertà e della spensieratezza della sua vita da nomade, mentre ora si sente oppresso dalle rigide leggi dell’istituto. Spesso ruba, mente e non rispetta le regole. Viene così  trasferito prima in un riformatorio e infine in un manicomio, perché ritenuto psicopatico e asociale da una dottoressa nazista. Nonostante la gratuita crudeltà dei comportamenti dei medici nei suoi confronti, Ernst mantiene la propria personalità, la spensieratezza e l’ingenuità tipica dei bambini. Deciso a non piegarsi al nazismo, i suoi aguzzini si sentono  impotenti di fronte a lui e capiscono che, nonostante la giovane età,  è superiore a loro in quanto intelligenza, coraggio e furbizia. Scelgono quindi l’unico modo che hanno di vincere quel giovane eroe: lo uccidono con  due iniezione letali. La storia di Ernst Lossa termina così troppo presto, il 9 agosto 1944, all’età di quattordici anni.

Robert Domes ha scelto una delle più belle forme d’arte, la scrittura, per raccontare questa struggente storia e per provare quindi a restituire dignità a Ernst Lossa, perché l’arte possiede lo straordinario potere di ricucire, almeno in parte, gli errori della storia.

Gabriele Dormelandi, scuola media Peyron

Alejandro Casaretto, tutor Fuorilegge