Può un libro d’amore mostrarci come le sofferenze della vita si celino in realtà dietro ad esso? Possono 150 pagine farci sentire il dolore di una donna amata, ma soprattutto amante?
Ci è riuscita la scrittrice e sceneggiatrice italiana Anna Pavignano, nel suo ultimo libro La svedese, presentato nell’incontro tenuto oggi nel primo pomeriggio al Salone Internazionale del libro di Torino.

Con l’aiuto di Luciana Littizzetto, l’autrice piemontese è riuscita in modo esaustivo e divertente a raccontarci l’intricata e a tratti triste storia della protagonista, Livia. La donna è amante di Milo, un uomo “sposato” ad una donna che non ama, ma che non pensa di lasciare, con la quale ha stretto un patto di relazione aperta. Dopo il prologo in cui si descrive la relazione tra i due amanti, l’attenzione si sposta su un altro personaggio, Sara, una donna di cui secondo Livia, Milo è ancora innamorato. Nella protagonista nascerà una sorta di ossessione nei confronti di Sara, a tal punto che inizierà ad imitarla e penserà addirittura di essere in grado di ucciderla. Livia infatti avrà un grande conflitto interiore che vedrà la sua personalità sdoppiarsi: una parte consapevole delle proprie azioni nei confronti della donna, l’altra incosciente e capace di tutto. Grazie a questo forte trauma nella mente di Livia riaffioreranno ricordi della sua famiglia durante l’infanzia, quando i suoi genitori in perenne conflitto decisero di dividersi per poter vivere altre relazioni liberamente. Il padre infatti dopo la conclusione della relazione con la sua amante arriva ad accusarla di essere la causa di tale rottura.

Per quanto riguarda la conclusione del libro, Anna e Luciana non l’hanno svelata, invitando tutti i numerosissimi partecipanti a comprarlo e a leggerlo.

Michelle Roveda, Alice Pisacane

Liceo classico V. Alfieri