Antonio Manzini è uno degli scrittori di gialli più in voga nel panorama editoriale italiano. E’ inoltre un attore, sceneggiatore, regista e appassionato di arte. Il suo detective, Rocco Schiavone, è un uomo burbero, manesco, ma al contempo estremamente affidabile. È un vicequestore della polizia di Roma che viene trasferito in Val d’Aosta dopo aver picchiato quasi mortalmente uno stupratore seriale, figlio di un politico molto influente deciso a fargliela pagare.

Comune denominatore dei suoi libri è la rappresentazione della verosimiglianza in opposizione alla realtà, che non si può scrivere se non da giornalisti o in saggi e libri di denuncia. La verosimiglianza sta anche nel fatto che il protagonista non sia un eroe immortale, bensì un uomo vero e proprio, intriso di paure, dubbi, emozioni e sensibilità.

La magia, secondo l’autore, è morta quando il protagonista è stato rappresentato cinematograficamente, abolendo qualsiasi immaginazione del lettore.

E’ in ogni caso sorprendente quando il lettore si immedesimi appieno nella figura di Rocco, riconoscendo in questo tutte le sfaccettature del reale e della quotidianità.

Sara Benini e Chiara Marchesin, Liceo Ariosto, Ferrara.