Tre personalità diverse, tre vite diverse, tre storie diverse riunite in un libro comune, condividendo un sentire, un linguaggio e dei temi che convincono e coinvolgono tutti quanti. Vivere per qualcosa è il libro di José Mujica, Luis Sepúlveda e Carlo Petrini, presentato oggi in Sala Gialla, in un incontro sulla felicità, sui traguardi e gli obbiettivi della vita, sui valori che ognuno di noi sceglie e cerca di raggiungere.
Sepùlveda, il “cantastorie”, durante la presentazione ha reso onore all’assenza del compagno di penna Mujica, raccontando alcuni episodi della sua vita da presidente dell’Uruguay, eletto in un momento difficile, quando il paese era in crescita, ma questa crescita interessava soltanto una piccola parte dei cittadini, mentre l’altra rimaneva indietro. Allora la crescita fa davvero bene al popolo? Che crescita è se interessa solo una porzione della società? Forse l’obbiettivo di tutti non è la crescita ma la felicità, una felicità collettiva! Bisogna imparare a capire che l’obbiettivo della società non deve essere l’economia che sfrutta molti favorendo pochi, ma la felicità che va ricercata negli altri e insieme agli altri.
Lo ha ripetuto più volte anche Carlo Petrini, scrittore attivista piemontese fondatore di Slow Food. La solidarietà genera ricchezza, la collaborazione ci guida verso un’apertura mentale che supera i paradigmi antichi. In quanti cercano di capire realmente perché migliaia di persone considerate ostili scappino dai propri paesi? Com’è possibile che nessuno si ricordi più che cento anni fa c’erano gli italiani al posto loro? Forse solo quando capiremo come collaborare riusciremo a trovare la vera felicità.
Michelle Roveda e Chiara Sanvincenti
Liceo classico Vittorio Alfieri
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