Mi chiamo Sara, vuol dire principessa è l’ultimo romanzo della scrittrice Violetta Bellocchio, presentato in un dialogo con Giusi Marchetta presso il Caffè Letterario sabato 20 maggio.
Sara è una ragazza di quindici anni come tante altre, che sogna solamente di andarsene di casa e vivere un’avventura fiabesca. Lei è la principessa che si innamora del lupo cattivo, Antonio, e senza alcun timore di ritrovarsi sola in una città sconosciuta decide di seguirlo fino a Milano. Qui Antonio riscopre in lei qualità che Sara non avrebbe mai pensato di possedere, poiché aveva sempre ritenuto che il suo unico asso nella manica fosse la bellezza che delineava il suo giovane viso e che nient’altro poteva aiutarla a farsi strada nella vita. La ragazza cambia dunque totalmente la percezione di sé e, grazie all’aiuto del suo innamorato, intraprende una carriera di cantante pop e parte in tournée con un gruppo di ragazzi. Questa esperienza però la cambia, la plasma, la sconvolge, e si rende conto che la sua personalità non coincide più con quella che era prima. Sara non sa più cosa desidera, cosa sogna. Sara non sa nemmeno più come si chiama.
Durante la stesura del libro la Bellocchio aveva una voce narrante molto chiara in testa: Sara è una ragazza che parla per immagini, ha un carattere genuino ed è coraggiosa. Come spiega l’autrice, la storia di Sara è finzione, ma nonostante ciò il suo personaggio è così reale da far sì che la gente riesca perfettamente ad identificarsi con lei. E la prima a farlo è stata proprio Violetta che, dopo la faticosa scrittura de Il corpo non dimentica, ha deciso di lanciarsi e ricominciare a pubblicare romanzi: come Sara ha lasciato che fosse la sua forza a guidarla.
Ines Ammirati e Arianna Poli
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