Il fumetto non ha un genere, ma è un mezzo narrativo che contiene tutti i generi. “Una narrazione per immagini che non costa niente”. Con queste parole il fumettista Milo Manara ci descrive cosa rappresenta per lui il fumetto. Questo infatti nasce da un’idea libera che può diventare immagine senza produttori cinematografici, ma semplicemente attraverso un disegnatore.
Per provocare il nostro ospite, Luca Raffaeli legge una citazione di Leonardo Da Vinci, riguardante, si può dire, il fumetto: “Imperocché fanno un’istoria in un piano con il suo paese ed edifizi, poi s’alzano un altro grado e fanno un’istoria, e variano il punto dal primo, e poi la terza e la quarta, in modo che una facciata si vede fatta con quattro punti, la quale è somma stoltizia di simili maestri”. In risposta Milo ricorda i lavori di Giotto e Botticelli, grandi artisti che hanno compiuto nella loro vita lavori che si possono avvicinare o addirittura identificare come fumetti. Un esempio emblematico è il lavoro realizzato da Botticelli illustrando la “Divina Commedia” di Dante.
Si parla sempre di un grande artista anche nella sua ultima fatica: “Caravaggio”. In quest’opera l’autore è riuscito a rappresentare tridimensionalmente “L’odore di Roma, il sudore dei personaggi e le rovine della città”. In questo lavoro Manara non dà importanza alla singola immagine ma a come viene rappresentato il soggetto. Nelle opere di Caravaggio i suoi soggetti, come i personaggi nei fumetti di Milo Manara, sono soggetti in bilico, in movimento.
Un’altra caratteristica che identifica il pittore seicentesco è l’unione del massimo realismo con la massima finzione, quella che noi chiameremmo fiction. Egli semplicemente immette la finzione nella realtà. Come ultima perla Milo Manara nomina uno degli artisti di cui segue la scuola: Fellini. E come ultima confessione: “Il disegno avrà sempre qualcosa in più”.
Anna di Garbo e Lisa Greghi, Liceo Ludovico Ariosto, Ferrara
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