E se per godersi un buon libro non fosse necessario saper leggere? È questa la grande sfida dei dieci editori che hanno dato vita alla neonata collana “I libri di Camilla”, di cui sono già usciti i primi quattro titoli: “Che rabbia!” (Babalibri), “Lindo Porcello” (Bohem Press), “Le parole di Bianca sono farfalle”(EDT Giralangolo), “Il piccolo coniglio bianco” (Kalandraka).

La collana è stata presentata ieri nello Spazio Book dalle editrici Enza Crivelli, Francesca Archinto e Lola Barcelò, coordinate da Sante Bandirali di Uovonero, promotore del progetto.

Tutti i titoli sono albi illustrati già presenti nei cataloghi degli editori coinvolti. La loro peculiarità è di affiancare al testo la codificazione in simboli WLC (Widgit Literacy Symbols), ideata principalmente per coloro che hanno difficoltà nella lettura o forme di disabilità, ma il cui uso è estensibile anche a molte altre categorie, come i bambini in età prescolare che non sanno ancora leggere o coloro che stanno imparando l’italiano. Non si tratta quindi di “libri speciali per bambini speciali”, ma piuttosto libri speciali per tutti. Camilla è infatti l’acronimo di “Collana di Albi Modificati Inclusivi per Letture Liberamente Accessibili”.

Per scegliere i libri “camillabili” è necessario tenere conto del fatto che si trasformano libri che già esistono, che quindi non vengono studiati appositamente per contenere il linguaggio simbolico. Pertanto vengono selezionati soltanto quelli in cui il rapporto tra l’ingombro del testo e quello delle illustrazioni è adeguato per l’inserimento dei simboli senza che l’impaginazione venga modificata radicalmente.

Anche la scelta del linguaggio WLS è legata al fatto che si ha a che fare con libri già realizzati: questo sistema di codificazione risulta forse meno trasparente ed immediato di quello PCS (Picture Communication Symbols, l’altro sistema di simboli principalmente diffuso in Italia e già utilizzato per la collana Pesci Volanti di Uovonero), ma permette di rendere meglio un testo più poetico in cui sono presenti metafore ed altri artifici letterari.

“Questo tipo di libri – afferma Bandirali – sono una grande scommessa per gli editori, in quanto tutti i costi di conversione sono a carico nostro, mentre i diritti d’autore vanno sia a chi ha realizzato l’albo illustrato, sia a chi ha tradotto la storia in simboli. Questa nostra generosità sicuramente non manca di incoscienza, ma essendo questa una causa in cui crediamo valeva almeno la pena di tentare.”
A sentire i commenti del pubblico presente in sala, composto per lo più da insegnanti, la scommessa si sta rivelando estremamente vincente.

Giulia Cibrario, tutor Fuorilegge