Il compito dei libri è sollevare domande. “Qual è il destino dell’Occidente?” è la domanda che Nicola Lagioia – direttore del 30°Salone Internazionale del Libro di Torino – pone, in apertura dell’incontro, a Bill Emmot. Ex direttore dell’Economist, Bill ha scritto per giornali quali “Il Sole 24 Ore”, “Il Corriere della Sera” e “La Stampa” ed è l’autore de “Il destino dell’Occidente”, che ha presentato oggi in sala 500.
Durante questo dibatto, insieme a Gianni Riotta, Bill ha affrontato temi scottanti di attualità e politica. Partendo dai motivi della crisi dell’Occidente: crisi a suo dire presente da 10 anni, la cui causa principale è stata l’incapacità di gestire il sistema bancario, diventato troppo potente in ambito economico e politico.
Alla domanda: “Come definisci l’Occidente?” Bill risponde in modo positivo, non dà una definizione geografica, ma parla di apertura e uguaglianza, due principi essenziali per tutti noi. C’è differenza tra nemici e diversi: secondo Emmott l’Occidente può considerare nemico lo Stato Islamico a causa della violenza con cui si vuole imporre, come parziale nemico la Russia ed infine come diverso -probabilmente nemico in futuro ma non ora- la Cina.
Bill difende l’Occidente: “Nonostante i suoi difetti non c’è sistema migliore”, inoltre conferma la sua apertura ma ammette l’esistenza di forze chiamate “super occidentali” che cercano invece la chiusura.
Lo scrittore conclude l’incontro dicendo che dividere il mondo tra amici e nemici non è molto utile poiché i nemici principali sono dentro di noi e non fuori.
Gaia Pignata e Gaia Olocco
Liceo classico Alfieri
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