Vita, opere e ricette di trenta cuochi under trenta che stanno cambiando la cucina del nostro paese. Questo è il tema del libro “Giovani e Audaci” scritto da tre simpatici giornalisti e critici gastronomici: Paolo Vizzari, Stefano Cavallito e Alessandro Lamacchia.

Oggi, infatti, 21 maggio 2017, allo showroom di piazza Carlo Emanuele II è avvenuta una conferenza sul libro, a cui hanno partecipato due degli autori, Lamacchia e Cavallito, Luca Iaccarino e lo chef Vasyl Andrusyshyn del ristorante Carlina.
Il titolo accattivante sintetizza l’essenza del libro. Giovani, sono i cuochi che vengono descritti e ritratti in modo leggero e ironico; cuochi che hanno una passione e che vogliono fare una cucina buona e di alto livello e che hanno vissuto fatiche fisiche e difficoltà economiche per realizzare il loro sogno. Audaci, è il loro spirito forte e coraggioso; infatti, gli autori hanno voluto premiare i cuochi che ogni giorno osano e stravolgono la tradizione culinaria della nostra patria.

Nel libro i trenta cuochi citati sono stati classificati in diversi gruppi in base a degli stereotipi che possiamo ritrovare nei loro ristoranti. Un esempio sono “i giocolieri”, coloro che oltre a cambiare la cucina, hanno stravolto anche le regole a tavola. Se queste affermano “NON GIOCARE CON IL CIBO” o “NON MANGIARE CON LE MANI”, nei loro ristoranti si fa tutto il contrario. Loro infatti non concepiscono il cibo con il semplice atto di mangiare e gustare, ma lo vogliono vivere, si vogliono divertire creando e “pasticciando”.

Durante la conversazione si è anche parlato di Torino e di come sia una città ermetica piena di giovani audaci con molte idee, e di come la nostra società di oggi abbia influenzato la cucina. Questa viene definita moderna e si basa su principi semplici: freschezza, contaminazione e originalità. Una cucina che non stanchi, che leghi più culture diverse e che lasci il palato pulito e il cliente soddisfatto.
Come hanno affermato gli autori, la cucina moderna non segue una linea guida ma è un “allegra anarchia”, dove tutti fanno quel che vogliono.

Quello che bisogna dire però, è che questi giovani possono essere i più fantasiosi e geniali cuochi, ma se i clienti sono legati alla tradizione, non si potrà mai avere una rivoluzione ottimale.
Il consiglio che i critici gastronomici hanno dato oggi è questo: “cari clienti, non siate troppo conservatori, ma siate sperimentali. L’audacia non deve essere solo nel cuoco, ma anche in voi”.

Matilde Manca

Liceo  scientifico Niccolò Copernico