Oggi al Salone Internazionale del Libro, l’autrice del libro “Come siamo diventati nordcoreani” Krys Lee, ha parlato della decisione presa in esso di parlare della Corea del Nord, paese che ultimamente ha fatto molto parlare di se. La scrittrice ha voluto trattare questo argomento per reazione alle situazioni difficili vissute nel passato, ma soprattutto per provare a dipingere sotto una luce migliore i Coreani del Nord. Tenta infatti di capirli in quanto persone, senza invidiarli o compatirli, ragionando anche su quanto la sopravvivenza sia un grosso trauma e si debba rispettare chiunque sia sopravvissuto alle difficoltà, come mostrano i personaggi del suo libro.
Durante l’incontro il suo stile è stato definito “elegante e crudele”, in quanto riesca a non modificare il testo, ma a renderlo importante e unico solamente per quello che racconta. Dopo aver cercato a lungo di diventare una persona “transnazionale”, viaggiando molto e vedendo diverse culture, ha deciso di tornare in Corea del Sud e stabilircisi. La sua lingua , il coreano, viene ovviamente prima di tutto, ma l’autrice per scrivere predilige l’inglese, più ricco di parole e più internazionale, che ebbe l’occasione di apprendere durante i suoi studi universitari in Inghilterra. Il suo più grande sogno sarebbe quello di vedere finalmente riunite sotto un unico governo le due coree, ma a causa delle decisioni prese di recente dalla Corea del Nord, ritiene rimarrà a lungo unicamente tale.
La scrittrice si è posta a raccontare un avvenimento non vissuto da lei in prima persona, ma di cui qualcuno prima o poi avrebbe dovuto trovare il coraggio di parlare siccome sembra un tema invisibile al resto del mondo.
Giulia Buffa, Marco Bulgarelli.
Liceo Classico Vittorio Alfieri
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