Pordenone, 16 Settembre 2017
Il palco del Palaprovincia accoglie Marco Malvaldi, scrittore, chimico ed ex ricercatore dell’Università di Pisa, che gestisce la conferenza autonomamente: da spalla, solo il suo vasto bagaglio culturale e l’empatia manifestata nel suo dialogo con il pubblico. Ed effettivamente l’ora è volata tra chiacchiere, domande, interazioni che hanno toccato temi di uno spessore non indifferente. La matematica ha di fatto rivestito il ruolo di massimo comune denominatore per l’autore, che ha spaziato ampiamente tra libertà, storia, astronomia, scienza, medicina, tradendo l’aspettativa di una noiosa lezione di matematica e rallegrando dunque le numerose scolaresche presenti.
L’uomo ha trascorso la sua esistenza cercando il progresso, l’evoluzione, la conquista dei diritti e dei valori che gli competevano. Uno tra questi, forse il più combattuto, il più sofferto, il più desiderato, era la libertà. Ma ancora oggi Malvaldi ci chiede: che cos’è la libertà? << Libertà è saper leggere e riconoscere una stronzata colossale, è sapersi capacitare delle conseguenze delle proprie azioni, saper distinguere>>.
Ma allora la domanda che sorge spontanea è: qual è il mezzo di conquista della libertà interiore, la vera libertà, quella che consente l’emancipazione da noi stessi e dalla smisurata quantità di informazioni con cui il mondo ci bombarda? Gnosis. Conoscenza. Tuttavia la conoscenza non è mai integrale: è proprio quando l’uomo è convinto di sapere, che cade nell’inconsapevolezza di non sapere. Per questo conoscerà sempre relativamente, senza essere mai libero; la libertà matura insieme all’evolversi dell’uomo.
La catena continua: libertà – conoscenza – informazione. Ma anche l’informazione è incerta, incompleta, talvolta errata. Basti pensare allo stereotipo dello straniero che violenta la donna italiana: quello che non ci viene detto è che sono molto più numerosi gli italiani che abusano delle donne straniere. È così, i mass media filtrano ciò che effettivamente fa notizia, scandalo: la sanità italiana appare ultimamente come omicida, quando in realtà gli interventi chirurgici che non vanno a buon fine sono eccezionali, e solo per questo vengono riportati dai giornali. La verità è che l’indecenza avviene nei paesi come l’Inghilterra e l’Olanda, spesso paragonate a noi, dove la morte dei pazienti non viene divulgata perché rientra nell’abitudine.
Non restiamo impassibili, non crediamo a tutto ciò che passa attraverso i media, non limitiamoci ad ascoltare e prendere per vero. Conosciamo, valutiamo, distinguiamo. Questo è il forte messaggio che Malvaldi ci ha trasmesso.
Chiara Franzin, Liceo Scientifico Grigoletti, Pordenone
Cristina Marostica, Liceo Classico Alfieri, Torino
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