Sicilian Ghost Story è una storia che parte dalla Sicilia, per approdare nelle librerie e poi nelle sale dei cinema.

Nel 2011 viene pubblicato il libro di Marco Mancassola: non saremo confusi per sempre (edito da Einaudi), libro che racchiude cinque storie drammatiche di mafia, cinque morti da non dimenticare; c’è bisogno della letteratura per non scordare, per non lasciare nell’oblio Giuseppe Di Matteo, morto nel 1996 per mano di Cosa Nostra, simbolo di un paese che uccide, di un paese che dimentica, simbolo di un’Italia che deve rinascere e combattere, di un’Italia che deve ridare voce a quei fantasmi che ci perseguitano e che ritornano come un’eco nella nostra coscienza.

Nel 2017 esce nelle sale Sicilian Ghost Story, nato da un’idea di Fabio Cassadonia e Antonio Piazza, che si imbattono nei racconti di Mancassola. Fabio, leggendo la narrazione su Giuseppe Di Matteo scoppia in un innocente pianto, un pianto di rabbia e odio, verso un paese che non gli appartiene, un paese che lo ha dimenticato, una terra che non è più la sua e che ripudia.

La vicenda di Giuseppe è destinata a divenire un atto d’amore, un atto d’amore nei confronti di un bambino che è morto a causa della malavita, a causa della cecità delle persone del suo tempo, un atto che coinvolga dai più piccoli ai più grandi, tutti, per non dimenticare mai.

I veri testimoni di queste esperienze non siamo noi, noi che guardiamo da fuori con occhi di spettatori, non sono nemmeno i sopravvissuti, i veri testimoni sono quelli che non sono tornati, o quelli che sono tornati muti; le arti, la letteratura, il cinema hanno l’obbligo morale di svolgere il ruolo vicario di dar voce a chi non può farlo. Il racconto dei fatti diventa quindi uno strumento di potere fortissimo.

Il film è una favola: una storia d’amore ai confini della fantasia, due ragazzini in fuga, due ragazzi che a costo della propria autodistruzione conservano la loro umanità, umanità che gli adulti hanno congelato nella loro frustrazione.

Nicola Lagioia, scrittore e direttore del Salone Internazionale del Libro di Torino, presenta tre personaggi che hanno saputo incarnare l’Italia che lotta, che hanno saputo mantenere vivo il rapporto tra cinema e letteratura, usando la fantasia dove non pensi che questa possa arrivare.

 

Giulia Lenna, Filippo Beccherle

Liceo Michelangelo Grigoletti, Pordenone