Come si fa ad essere genitore? Sono pronto ad avere un figlio? Sarò in grado di crescerlo? Sarò all’altezza del mio ruolo? Mi somiglierà?
Sono queste e molte altre le domande che si pongono tutti i padri e le madri del mondo di fronte al meraviglioso e spaventoso miracolo della nascita di un nuovo bambino. E sono questi gli interrogativi a cui cerca di dare una propria personale risposta anche la scrittrice Silvia Avallone, con il suo nuovo romanzo, Da dove la vita è perfetta, edito da Rizzoli, con cui fa ritorno a Pordenonelegge. E’ nato così un libro speciale, crudo e sincero, che si oppone ai tabù della nostra società e descrive la maternità in tutte le sue sfaccettature, anche le più dolorose e cruente, aiutando l’autrice stessa, nella sua stesura, a trovare il suo modo di diventare mamma.
Adele ha 17 anni e si trova ad affrontare, da sola, una gravidanza che cambierà il senso stesso della sua vita, che riempirà il vuoto lacerante che sente nella sua identità. Questa bambina, Bianca, come le cose pure e piene di luce, porta una speranza nella sua vita incerta, le offre l’opportunità di essere qualcuno e la gioia di comprendere, incrociando lo sguardo di quegli occhi appena aperti sul mondo, di aver incontrato una persona che mai la lascerà, che dipende da lei, e a cui può donare una vita felice.
Dora invece è sterile e arrabbiata. Il desiderio di un figlio è ormai totalizzante nella sua vita. Una vergogna irrazionale la domina e un sentimento di colpa ha radici in tutto il suo essere, percepito quasi come inadeguato.
Sono vite difficili quelle che si intrecciano in questo romanzo, inquadrate nel paesaggio di periferia ormai caratteristico della scrittrice, che denunciano una sola grande verità: la vita non è perfetta. Quello di Silvia Avallone è quindi un invito a fare i conti con la dura realtà, con le persone che siamo realmente, e di opporci alla nostra società e all’ideale di omologata perfezione da essa prediletto. Ma questa vita imperfetta è pur sempre un punto di partenza da cui possiamo muovere i nostri progetti, un “da” che può portarci a raggiungere la nostra personale forma di perfezione, di felicità.
Marinella Visentini e Michelle Roveda
Liceo M. Grigoletti (Pordenone) e Liceo V. Alfieri (Torino)
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