Cosa può imparare l’eurozona dal fallimento della Grecia del 2010?
Per quanto ancora l’Unione Europea riuscirà a stare in piedi su un terreno dissestato da populismi e dalla frammentazione del centro sinistra?
Quali sono gli obiettivi inderogabili da raggiungere entro il 2025?
Michael Braun (Die Tageszeitung), Eric Jozsef (Libèration) e Stephanie Kirckgaessner (The Guardian) intervistano Lorenzo Marsili, creatore di European alternatives, e Yanis Varoufakis, Ministro dell’Economia sotto il governo Tsipras, durante la prima giornata del Festival dell’Internazionale a Ferrara con lo sfondo della sala del Teatro Comunale.
Le risposte a queste tre domande sono articolate e unite da un denominatore comune: il fallimento del modello dell’UE.
“Il peggior nemico dell’Unione Europea” spiega Varoufakis “è il suo establishment”; il divario pregiudiziale tra Stati di “serie A” quali Germania, Francia e i Paesi Scandinavi e quelli di “serie B” come Italia, Grecia o Spagna danneggia sia il nord che il sud del continente rendendo la classe politica estremamente frammentata e schiava di economia e finanza.
Il centro sinistra è diventato irrilevante per la perdita sia della capacità analitica, che lo portava un tempo a comprendere la situazione, sia della spinta morale necessaria per intervenire attivamente a favore dei cittadini.
“La soluzione” continua Varoufakis ” è abbattere le barriere, ideali e non, tra gli Stati”.
Obiettivi europei per il 2025 sono il ritorno del Regno Unito nell’ UE e lo sforzo congiunto per aggiustare la mancanza di democrazia che stiamo subendo.
Alessandra Cordiano, Margherita Mautino
Liceo Classico Vittorio Alfieri
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