Si sa che un’immagine racconta più di mille parole. A realtà complicate corrispondono però immagini difficili da comprendere: si passa da temi visionari, come l’uccellino profetico che incarna lo spirito del defunto Chavez, a soggetti drammaticamente realistici, come le infinite code davanti alle pompe di benzina; in un paese , il Venezuela, che ha le maggiori risorse petrolifere del mondo.

Di questo e mille altri paradossi economici e politici parlano Marie-Eve Detoeuf, giornalista di Le Monde e Oscar B. Castillo, fotografo che ha riportato la realtà degradata di uno stato che non ha vie di uscita; l’attuale presidente, Nicolas Maduro è, infatti, responsabile del’impoverimento della classe media e contadina. Utilizzando i motti e i simboli della rivoluzione socialista di stampo bolivariano, il presidente continua però a illudere quella fetta di popolazione povera che lo appoggia.

Si tratta quindi di una questione politica, più che estetica;  la classe militare egemonizza il potere, controlla la stampa e la vita dei cittadini, reprimendo i moti di protesta che vengono bollati come “contro-rivoluzionari”. L’individuazione di un nemico comune su cui scaricare i fallimenti del potere esecutivo è necessaria. L’inflazione all’800%, l’altissimo tasso di disoccupazione e l’assenza di materie prime reperibili vengono nascoste da un governo che vende miglioramento, fumo di cambiamento, ma rincorre soltanto la nazionalizzazione, trascinando il Venezuela in un pozzo senza fondo.

L’autoritarismo è il risultato finale;  viene formata  la Costituente con la quale si attribuiscono poteri assoluti al presidente, scavalcando ogni processo democratico, esautorando il parlamento, con una stampa costretta a dichiarare il falso, consapevole del fatto che le notizie non usciranno mai dai confini.

Michele Corio, Chiara Sanvincenti

Liceo Ariosto di Ferrara, Liceo Alfieri di Torino