Che cos’è il turismo? Dove affonda le sue radici? Il termine turismo nasce nel XIX secolo con accezione dispregiativa, spiega Marco D’Eramo presentando il suo nuovo libro Il selfie del mondo al Festival di Internazionale a Ferrara. Nel momento in cui la borghesia raggiunge una stabilità economica tale da poter permettersi di viaggiare, infatti, la percezione della nobiltà, che usava fare i Grand Tour, è che il ceto medio cerchi di scimmiottare le consuetudini che fino ad allora erano state una prerogativa nobiliare.
Ma come fare del turismo una risorsa economica stabile e duratura? I concetti chiave che rispondono a questa domanda sono diversificazione delle attività economiche e originalità: le città monoindustriali, che vivono esclusivamente in funzione del turismo, muoiono subito; allo stesso tempo i luoghi turistici spesso finiscono per essere l’uno la copia dell’altro, in un uniformante tentativo di far fronte alla competizione e di “truccarsi” per attrarre turisti.
“Il titolo di patrimonio dell’umanità dall’UNESCO impedisce alle città di evolversi e le immobilizza”, afferma D’Eramo, definendo questo fenomeno urbanicidio: “Le città sono fatte di relazioni, vivono e cambiano continuamente; la pretesa di conservarle e mantenerle uguali a se stesse le danneggia profondamente”.
Il turismo è quindi un’arma a doppio taglio: economicamente conveniente se sfruttato come parte di un piano economico ampio e diversificato, sterile e precario se inserito in un’economia monoindustriale.
Aminata Sow e Gabriele Druetta, Liceo Classico Vittorio Alfieri di Torino
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