L’agricoltura biologica può diventare un modello generale nonostante sia ancora così limitata?
Con questa domanda la giornalista Marina Forti ha aperto l’incontro “Semi di cambiamento”, all’interno del Teatro Nuovo di Ferrara.
A rispondere per primo è il presidente di Alce Nero, Lucio Cavezzoni. “Il biologico serve ad innescare il cambiamento nella società.” Secondo lui, infatti, nel biologico è presente non solo un’idea di mercato, ma una promessa di vita migliore.
La superficie per l’agricoltura biologica, continua Cavezzoni, è aumentata di mezzo milione all’anno; in Italia copre l’11% della superficie agricola nazionale, quasi superando i 2 milioni di ettari. Un fenomeno globale dunque, proprio come gli ospiti presenti: Gunter Wallnofer e Santiago Paz, oltre allo scrittore Jacopo Fo.
Il primo è un allevatore che si è battuto per liberare il suo comune, Malles in Val Venosta (Trentino), dai pesticidi utilizzati nei meleti coltivati tradizionalmente. Tali pesticidi, racconta, avevano contaminato i campi circostanti e inquinato anche i posti pubblici vicini, come i parchi gioco per i bambini.
Jacopo Fo, fumettista e giornalista, è il fondatore di Alcatraz, una sorta di “città verde”, un posto per sperimentare una nuova qualità di vita in campagna ma anche un centro culturale.
Infine Santiago Paz, rappresentante della cooperativa di agricoltori peruviani Norandino, ha raccontato il loro percorso di sviluppo territoriale. Che è anche uno sviluppo per le persone, o meglio “crescimento des personas”. “Non vendiamo prodotti ma salute ed allegria!”.
L’incontro, dando voce a diverse testimonianze, ha evidenziato che “agricoltura e ambiente sono la stessa cosa e che questa consapevolezza deve essere la molla per un cambiamento futuro.”
Irene Bombonato, Liceo Ariosto
Gaia Olocco, Liceo Alfieri
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