È stata inaugurata domenica 11 marzo la mostra di fotografie “L’immagine del ritorno” di Atiq Rahimi, allestita nella sala esposizioni della Biblioteca Civica di Pordenone che sarà aperta fino a sabato 21 aprile.
L’Afghanistan su carta. La realtà povera, popolare, racchiusa in una mostra di foto in bianco e nero, fatte con una macchina fotografica inglese dell’Ottocento. Atiq Rahimi ha scelto appositamente questo apparecchio rispetto a quelli moderni per “realizzare sulla carta questo anacronismo, questo divario totale”, spiega, per mostrare un tempo e uno spazio sospesi, in cui è difficile distinguere l’incubo dalla realtà.
Kabul, la sua città natale, rappresentata in queste foto, viene paragonata da Rahimi a Teodora, uno dei luoghi immaginari descritti da Italo Calvino ne Le città invisibili. Questa, nel libro, viene continuamente distrutta da regimi deleteri che, una volta sconfitti, si ripropongono sempre più forti e dannosi. La stessa sorte capita a Kabul, in cui i “signori della guerra” sembrano non volerla lasciare mai.
Dopo vent’anni di esilio in Francia, Rahimi torna nella sua terra natale e stenta a riconoscerla, così consumata dalla miseria. Sul pavimento della mostra si trova una cartina dell’Afghanistan, che i visitatori calpestano come segno di “voluta e positiva provocazione”.
Interessante è stato l’intervento di Angelo Bertani, critico e storico dell’arte, che ha sottolineato l’importanza dell’integrazione dell’altro tramite la cultura, mettendo in evidenza il debito che la cultura occidentale ha verso quella orientale, come ad esempio l’uso dei lapislazzuli, pietre fondamentali nella pittura europea per produrre il colore blu. Ha ricordato inoltre Nicoletta Pozzi, funzionario della biblioteca di Pordenone che si era impegnata molto nell’allestimento della sala per le mostre.
Adele Marzotto, Ines Rrokaj, Liceo Scientifico M. Grigoletti
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