Molti tra noi autori non hanno la fortuna di poter rivedere una seconda volta le classi che ci capita di incontrare quando giriamo in lungo e in largo per la penisola. E questo è senza dubbio un limite: di norma dobbiamo dare il maggior numero possibile di spunti in un tempo molto limitato, di solito in una-due ore di incontro. “Adotta uno scrittore”, dal mio punto di vista, è una preziosa inversione di tendenza. Giovedì 8 marzo, in occasione del primo appuntamento con i ragazzi e le ragazze dell’Istituto “Sella” di Biella, l’atmosfera era familiare, di quelle che si respirano quando sai che ti rivedrai presto e che ci sarà un po’ di tempo per conoscersi. Abbiamo parlato di cosa significa scrivere e provare a fare cultura, di cosa significa occuparsi di storia e di presente. Sì: abbiamo discusso a lungo anche del nostro presente. Della retorica identitaria e tossica che respiriamo, di come fare a disinnescarla partendo da quello che suscita in noi, di quanto sono importanti le nostre scelte oggi, per renderci uomini e donne consapevoli. Ne abbiamo parlato senza correre, senza il timore di non riuscire a dare voce ai nostri pensieri, perché sapevamo che presto ci saremmo rivisti. E così sarà.
Carlo Greppi
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