“Chi poteva immaginare che la mia passione per la logica nascondesse il bisogno di sapere che non si può fare nulla di fronte al fascino discreto del dover essere?”
Essere, voler essere, dover essere… concetti separati da confini labili, a volte si mescolano, e confondendosi vengono smarriti: il desiderio viene contaminato dalle aspettative altrui.
Michela Marzano, attraverso le pagine di Volevo essere una farfalla, ripercorre il viaggio alla ricerca della propria volontà, oscurata, ignorata da lei stessa, soffocata dal ritmo frenetico della quotidianità, oscurata dal senso del dovere. L’autrice svela gradualmente il proprio “iceberg interiore” a lungo trascurato, che non ha mai smesso di crescere dentro di lei fino ad emergere in superficie, manifestandosi in un modo inaspettato: l’anoressia. Interpretazioni, analisi, studi, spiegazioni, immagini, film canzoni, discorsi, testimonianze, associazioni … quello che Michela definisce “un sintomo che dovrebbe far intuire la presenza di specifici grovigli psicologici” viene quotidianamente trattato in svariati modi da medici, psicologi, scrittori; Volevo essere una farfalla lo affronta umanamente, raccontandone il rapporto con emozioni ed esperienze passate e presenti, evidenziandone le conseguenze sulle scelte di vita e la correlazione con altri interessi personali: l’amore per la filosofia, lo spasmodico bisogno di essere “la migliore”, la complicata vita sentimentale, l’odio per la quotidianità, il desiderio di controllo… tutto è in costante dialogo.
L’inconfondibile stile di scrittura “un po’ a flusso di coscienza”, è fatto di frasi brevi, incisive e, a tratti, volutamente ambigue; questo carattere allusivo delle parole accentua il ruolo che l’esperienza personale di ciascuno ha nell’interpretazione del libro, legittimando idee, collegamenti ed immagini che sorgono spontaneamente durante la lettura. Tale scelta è forse anche frutto dell’inevitabile scontro tra l’assoluta urgenza di comunicazione e il limite delle parole nell’esprimere i sentimenti.
La scrittrice sente che questo è il libro che avrebbe voluto incontrare quando stava male… leggendolo, infatti, se ne percepisce la capacità di scalfire il senso d’isolamento e di solitudine.
Esther Dall’Olio, Galeotto fu il libro – Liceo “Ariosto” Ferrara
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