Sono passati un po’ giorni da quando ho incontrato i bambini della quinta A della Scuola primaria Alessandro Antonelli di Torino.
Mi rivedo al mio arrivo in città in una bellissima e soleggiata giornata quasi primaverile. Cerco subito di raggiungere la classe, attraverso in autobus posti che ricordo vagamente, faccio due passi e non posso che rimanere colpita dall’edificio scolastico: coloratissimo, solido e dall’aspetto amichevole. Ristrutturata nel segno dell’efficienza energetica, la scuola mi accoglie con tanti bambini fuori in giardino a giocare.
Entro e in classe c’è il bel silenzio dell’attesa, della curiosità e della voglia di conoscersi. Siamo tutti emozionati e Daniela, l’insegnante che ha proposto l’adozione, fa gli onori di casa.
Devo confessare che, non appena cominciamo a dialogare, saltano i percorsi concordati e preparati in precedenza. Sono meravigliata e divertita dalla curiosità dei bambini. Mi sembra di essere dentro una centrifuga, tirata da una parte e dell’altra.
“Quanto ti senti rappresentata da Henriette D’Angeville, la protagonista del tuo racconto?” Mi domanda subito una bambina, lasciandomi di stucco. “Quando in fondo al libro affermi di ringraziare tuo marito e i tuoi amici per i consigli che ti hanno dato, a cosa ti riferisci? Ti hanno aiutato a scrivere? “Afferma un’altra.
A poco a poco comincia un gioco reciproco di scoperta. I bambini sono curiosi e desiderano sapere cosa c’è dietro a un libro e al tempo stesso tutti, proprio tutti, ci tengono a comunicarmi che animale hanno visto in Henriette, la protagonista della storia che hanno letto. Ecco che la scalatrice diventa una formica minuscola che trova tutte le strade possibili per raggiungere il suo obiettivo o un uccello, libero di posarsi dove vuole, o una lupa fortissima, una cerbiatta agile o addirittura un pokemon.
Ripenso a tutto questo con piacere in treno, mentre torno a Firenze, pregustandomi i passi successivi di un’esperienza, quella dell’adozione, che mi piace: è potente emotivamente e arricchente. Che bello sarà incontrare ancora i bambini della quinta A.
Francesca Brunetti, 9 aprile 2018
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