• Il romanziere insegna alla gente a cogliere il mondo come una domanda (dall’intervista di Philip Roth, The Most Original Book of the Season, New York Times, 30 novembre 1980; ora in Philip Roth, Chiacchiere da bottega, traduzione di N. Gobetti, Einaudi, 2004)
  • La stupidità deriva dall’avere una risposta per ogni cosa. La saggezza deriva dall’avere, per ogni cosa, una domanda. Citato in Focus , n.105 p.168

Da queste considerazioni dello scrittore Milan Kundera trovate per caso in rete e parlando anche con il direttore del Salone del Libro Nicola Lagioia, nasce la suggestione un pò giocosa della Redazione del BookBlog di far riscrivere ai ragazzi delle superiori che parteciperanno alla Redazione del BookBlog al Salone le #5domande. Non solo un esercizio di stile ma anche un escamotage per cercare di capire quali sono le domande che si fanno i giovani e cosa pensano sulle questioni su cui li abbiamo invitati a riflettere a partire dalla suggestione del tema di quest’anno. Gli studenti hanno fatto un ottimo lavoro: ne esce una piccolissima indagine sociologica, un quadro, talvolta molto serio, su desideri, paure, aspirazioni e speranze sul futuro. Buona lettura!

 

Le 5 domande dei BookBloggers del Liceo Giulio Cesare di Rimini

Ilaria Brandi
1. Riuscirò a fare qualcosa di utile?
2. Perché sono obbligata a vivere seguendo le regole e i canoni imposti da qualcun altro?
3. Il mondo deve per forza appartenere a qualcuno?
4. Troveremo un modo di adattare la visione religiosa a quella scientifica?
5. In quale modo l’arte, di qualsiasi tipo essa sia, potrebbe essere il motore di un cambiamento nella società?

Ilenia Calesini
1. Riuscirò a realizzarmi come persona?
2. C’è un modo per vivere i propri interessi senza andare contro gli altri?
3. Se il mondo appartenesse a chi riesce a realizzarsi non ci sarebbe spazio per la realizzazione delle altre persone?
4. E’ sempre necessario seguire la ragione quando si tratta di decisioni importanti oppure ci si può affidare alla fede?
5. L’arte dovrebbe ispirarsi alla rivoluzione e viceversa per poter raggiungere una condizione di libertà espressiva?

Jasleen Singh
1. Riuscirò ad essere sempre me stessa?
2. E’ vero che tutti hanno almeno un nemico?
3. Dal momento che il mondo è di tutti, ma solamente poche persone se ne prendono cura, a chi
pensiamo di dare la colpa quando esso cambierà?
4. Arriverà un tempo in cui la scienza potrà essere accettata da tutti senza interferenze da parte
della spiritualità e viceversa?
5. Rivoluzione è libertà, spesso anche inconsciamente dentro ad opere d’arte è nascosto un
messaggio. Non può l’arte dare entrambe le cose?

Camilla Russo
1. Come riuscirò a non perdere di vista il mio obiettivo?
2. È importante avere un nemico che sia per noi una misura di confronto?
3. Se tra 100 anni la Terra cambierà, ci saranno ancora numerosi “muri” tra le varie diversità
culturali?
4. Sarà ancora necessario per gli uomini, in un tempo futuro, affidarsi sia alla scienza, sia alla
spiritualità? O ci si baserà sulla certezza di una sola?
5. Tra 100 anni, si avrà ancora abbastanza attenzione per l’arte, da riuscire a cogliere il
messaggio di libertà che essa vuole trasmettere?

Aurora Zamagni
1. In quale modo si può sviluppare la propria e personale misura eroica?
2. Da tempo si ha l’impressione che l’Italia sia diventata nemica di se stessa, noi italiani i primi a colpirla e a lamentarcene. Perché non amiamo il nostro paese?
3. Noi giovani siamo il futuro. E se volessimo essere il presente? Io checosa posso fare?
4. a: Siamo destinati a fallire nel nostro destino umano o c’è ancora la possibilità di una rinascita? b: L’esistenza è fatta per disilludere l’uomo? c: È il razionalismo la nostra nuova fede?
5. a: L’arte è stupore o quotidianità? Le due cose sono in aperto contrasto? b: Conquistare il favore del pubblico non comporta necessariamente un miglioramento artistico, così come una vittoria sportiva rischia di spingerci all’autocompiacimento senza alcun tipo di analisi e scelta. Rimane vincere, vendere copie, avere successo la priorità?

Martina Catani
1. Riuscirò a diventare qualcuno degno di essere ricordato?
2. Un nemico può essere qualcuno di diverso da noi, ma come possiamo fare affinché questa avversione non degeneri e ci porti verso la chiusura?
3. Un giorno l’umanità riuscirà a comprendere che la Terra è un dono e pertanto non esistono padroni, ma solo custodi?
4. Scienza e religione riusciranno a smettere di farsi la guerra e collaborare insieme affinché il fine ultimo, ovvero il benessere collettivo, sia raggiunto?
5. L’arte può essere utilizzata come un modo per conoscere le nostre origini e quindi arrivare a una maggiore comprensione di noi stessi?

Rebecca Sarah Mondaini
1. Sarà possibile realizzarmi così come ho sempre desiderato, diventando quella persona che ho semprevvoluto vedere allo specchio?
2. Risulta comune costruirsi nemici, magari per affrontare meglio situazioni a noi avverse e dare la colpa a qualcuno, ma è veramente necessario costruirseli?
3. Perché il mondo dovrebbe appartenere a qualcuno? Non potremmo percepirlo come un progetto di
qualcuno più grande di noi?
4. È possibile dal connubio della scienza con la religione ottenere miglioramenti o è necessario che esse continuino ognuna per la sua strada?
5. Cosa è l’arte e cosa può essere per noi? Può portare a un miglioramento o a un benessere con la sua
contemplazione?

Filippo Cappelli
1. Riuscirò a raggiungere gli obiettivi che mi sono prefissato ed essere sempre me stesso? O capitolerò
sotto il peso delle maschere che la società ci impone di vestire ogni giorno?
2. L’incontro con il diverso è occasione di arricchimento o motivo di pericolo?
3. Il mondo in cui viviamo è realmente nostro? O è un preziosissimo dono posto nelle nostre mani?
4. La scienza e la fede si devono escludere a vicenda? Non sarebbe più costruttivo un binomio che le
preveda entrambe, in modo che l’una possa mettere un freno a possibili degenerazioni ed eccessi dell’altra?
5. L’arte può essere portatrice di rivoluzione? Non è forse attraverso l’arte che si esprimono e si
difendono gli ideali in cui si crede saldamente affinché vengano messi davanti agli occhi di tutti?

Marta Mulazzani
1. Quali aspirazioni si realizzeranno nel mio futuro? E’ possibile che i miei desideri si concretizzano?
2. Avere un nemico è qualcosa che sminuisce o sprona a dare di più?
3. E’ possibile che ogni abitante della Terra abbia la consapevolezza dell’inquinamento che sta creando, pur essendo un bene che gli è stato donato senza fare nulla?
4. Scienza e religione sono entrambi importanti nella vita di ognuno, ma spesso succede che quando si prende come punto di riferimento una delle due si perde di vista l’altra. Questo può essere evitato?
5. L’arte è semplicemente libertà di espressione di un artista o deve sempre essere collegata a un particolare momento della storia portatore di cambiamenti radicali?

Chiara Conti
1. Come faccio a capire chi voglio essere se non so neanche chi sono ora?
2. Avere un nemico serve per capire chi e come non vorresti essere. E’ vero?
3. Riusciremo, noi abitanti del mondo, a renderci conto di quanto sia fondamentale per noi la terra e di conseguenza preservarla e prendercene cura?
4. Potranno scienza e religione coesistere pacificamente? Capire le cose del mondo e di noi attraverso la scienza e sperare nelle cose ultraterrene attraverso la religione può essere possibile?
5. In futuro l’arte sarà più legata ad una dimensione in cui rifugiarsi o scappare dal mondo o un modo per descriverlo?

Angelica Giulianelli
1. Come posso raggiungere i miei obiettivi?
2. Sarò in grado di rimanere me stessa nonostante le persone che incontrerò e che cercheranno di
cambiarmi?
3. Quanto sono responsabile del mondo che mi circonda? Quanto realmente posso fare io, appena
diciottenne, per renderlo un posto migliore?
4. Il mio credo, che sta passando un periodo di vacillamento, riuscirà ad affermarsi completamente dentro di me, senza che le continue scoperte scientifiche lo rendano ai miei occhi meno credibile?
5. Sarà possibile per me utilizzare la scrittura, il tipo di arte che più mi appartiene, per esprimermi e per manifestarmi senza filtri?

Rosa Righetti
1. Sarò in grado di soddisfare le mie aspettative?
2. Riuscirò a non farmi influenzare dai giudizi negativi e a non cambiare il mio pensiero?
3. Cosa posso fare di concreto e di immediato per migliorare il mondo e renderlo un posto migliore anche per i posteri?
4. Riusciremo a far convivere scienza e religione senza che l’una debba escludere l’altra?
5. Sarò in grado di farmi comprendere e far capire il mio pensiero tramite il teatro, la forma di arte che più mi piace, senza dare peso a ciò che dice la gente?

Simone Pasini
1. Meglio scegliere una strada facile o una difficile?
2. Cosa mi potrà ostacolare?
3. È meglio che si prendano cura del mondo le future nuove generazioni o noi, nuove generazioni di
adesso?
4. Sarà possibile un giorno unire insieme scienza e religione?
5. È possibile che un giorno l’arte possa essere qualcosa per cui dover lottare?

Martina Delucca
1. Come riuscirò a raggiungere i miei obiettivi?
2. Avere qualcuno con cui scontrarsi può aiutare a crescere?
3. Riusciremo a prenderci cura di questo mondo? Ne saremo degni?
4. Scienza e religione potranno coesistere senza lottare?
5. L’arte potrà mai essere totalmente libera e strumento di rivoluzione?

Lara Bilancioni
1. Realizzerò i miei desideri? Riconoscerò, nelle mie azioni e nelle strade che percorrerò, i miei
sogni di bambina?
2. Il nemico che spesso cerchiamo in qualcun altro al fine di avere uno scopo, di vivere una
battaglia personale, non potrebbe essere la parte più nascosta di noi stessi?
3. Per capire a chi appartiene il mondo non è forse più opportuno pensare a chi il mondo non
appartiene? A chi lo porta alla distruzione e alla rovina?
4. Scienza a religione, pur intraprendendo strade differenti, si pongono come fine ultimo quello
di dare risposte. Ma il loro approccio non è forse troppo oppressivo e contrastante con la libertà
che ognuno desidera per sé?
5. L’arte è libertà e rivoluzione al tempo stesso. Continua a germogliare come un fiore immortale,
a dar sfogo alle passioni, alle paure, alle fragilità che accarezzano e colpiscono questo mondo.
È uno strumento che ognuno può interpretare a modo proprio, ma non è forse pericoloso, se
trattato con disattenzione e se sminuito nella sua importanza?

Federica Bianchi
1. Riuscirò a esprimere tutta me stessa?
2. Spesso come uomini sentiamo il bisogno di un nemico, qualcuno che vediamo totalmente lontano
da noi e nel quale riversiamo la nostra frustrazione. Per quale motivo noi (o forse il nostro ego?)
cerchiamo un nemico?
3. Siamo sicuri che il mondo, una macchina così consapevole e perfetta in ogni sua forma,
appartenga a qualcuno?
4. La spiritualità, che spesso comporta contrasti, e la scienza, che ha vinto i confini
dell’immaginabile, sono i giusti mezzi per governare il mondo? I loro principi, spesso volti alla
distruzione, sono adatti alla società in cui viviamo?
5. L’arte, strumento per esprimersi e raccontarsi, può diffondere un messaggio di libertà o
rivoluzione? Può essere una forma di riscatto sociale o protesta?



Le 5 domande delle bookbloggers del Liceo Grigoletti di Pordenone

Carolina Fanzago, classe 4Aesa
1. Perché bisogna per forza aspirare ad essere qualcuno?
Cosa vuol dire “essere qualcuno”? Vuol dire essere qualcosa per le altre persone, non per me
stessa. Quindi perché mai dovrei per forza aspirare ad essere qualcuno?
2. E se tutto quello che conosco oggi, domani non ci fosse più?
Si riflette mai sul senso di “trovarsi soli” ogni tanto? Come reagiremmo? Se dall’oggi al
domani tutto cambiasse, saremmo in grado di andare avanti?
3. Sono capace di contare solo su me stessa?
Nel futuro non si sa mai quello che può accadere, la strada che si prenderà. Potrò contare su
me stessa? O lascerò che gli altri mi influenzino nelle mie scelte?
4. E se l’arte fosse solo arte, senza alcun significato?
Perché bisogna sempre dare un significato a ciò che si vede? Non lo si può semplicemente
apprezzare ed interpretare personalmente? È giusto cercare di comprendere il significato che
l’autore vuole comunicare, ma non bisognerebbe forse staccarci dalla “mania” di dare un
senso a ogni cosa?
5. Sono io che lascio entrare gli altri o sono gli altri che entrano?
Come mai le opinioni della gente influiscono così tanto nella mia vita? Come posso capire
quando è ora di “chiudere” gli altri fuori?

Ines Rrokaj, classe 4Aesa
1. Come cambierà il mondo tra cent’anni? Come sarà la Terra tra cent’anni? Meno
accogliente? Le disparità sociali aumenteranno? Il lavoro diminuirà o possiamo sperare in
un miglioramento?
2. Scienza e religione sono state usate anche come strumenti di oppressione. Sara così anche in
futuro?
3. A cosa servono veramente i confini? Servono a proteggerci o ci impediscono di cooperare?
Che cosa significa la parola “confine”? I confini sono simbolo di protezione o sono delle
barriere culturali che ci impediscono di aprirci al mondo esterno?
4. Il futuro viene scritto dal destino? Che cos’è il futuro? Il futuro può essere predetto? E’
frutto delle azioni compiute nel passato o è completamente casuale?
5. La storia antica può aiutarci ad evitare di compiere gli errori già commessi in passato?
Molti affermano che la storia è una maestra di vita, che ci impedisce di compiere sempre gli
stessi errori. Lo è veramente o non può impedirci di cadere nuovamente negli stessi tranelli?

Vesna Frangipane, classe 4Aesa
1. Quando diciamo futuro è corretto collegarlo immediatamente al progresso?
Dal punto di vista sociale-umano, siamo sicuri di progredire veramente verso una civiltà dalla mentalità aperta in cui tutti sono con tutti? O siamo sempre bloccati negli errori
del passato, rischiando in certi casi pure di ripeterli?
2. È ragionevole o illusorio essere ottimisti? Specialmente nel nostro Paese, che più volte ha fatto sentire i giovani in balia di uno stato che ormai li ha abbandonati?
3. Un giorno saremo noi a dover occuparci del mondo. Ma siamo sicuri che ce ne sarà uno?
O sarà consumato fino a un punto di non ritorno?
4. Noi chi saremo? In un mondo dove i più forti sono i lupi di Wall Street e si fa a gara a “chi ha il
portafoglio più gonfio”, avremo la libertà di essere chi vogliamo, chi ci sentiamo realmente di essere o dovremo abbandonare l’idea e continuare a seguire quello che conviene?
5. Perché devo crearmi un nemico per poter sperare di non averne? I confini, che abbiamo ideato per proteggerci e collaborare, ci stanno realmente aiutando o non sono altro che un pretesto per potersi accanire l’uno sull’altro?

Chiara Leorato, classe 3D
1. In un mondo dove l’apparenza conta più della sostanza, cosa significa essere se stessi?
Perché si insegue un idolo? Perché c’è bisogno imitare qualcuno per sentirsi realizzati?
2. È davvero possibile essere felici senza qualcuno accanto con il quale condividere i momenti di gioia? Perché abbiamo bisogno di circondarci di attenzioni per sentirci meno soli?
3. Scienza o religione? La scienza riuscirà mai a definire il divino? C’è una connessione tra le due cose?
4. L’avanzamento tecnologico porterà le persone ad essere sempre più lontane? La globalizzazione unirà i popoli o piuttosto eliminerà le tradizioni tipiche dei singoli Paesi?
5. Ci sarà mai coesione fra gli Stati? Riuscirà mai l’umanità ad andare oltre la violenza? Riusciranno la diplomazia e il dialogo ad avere la meglio sulla guerra?

Futura Paladino, classe 4 AESA
1. Cosa possiamo aspettarci noi giovani da un’Italia che nelle condizioni attuali non è in grado di garantirci un futuro certo? Con la disoccupazione giovanile del 31% (parliamo di ragazzi dai 15 ai 24 anni), e del 60% nel sud Italia, come possiamo pensare di fermare la cosiddetta “fuga di cervelli” verso l’estero?
2. Spesso le generazioni passate ci hanno ripetuto la frase:“Il futuro è nelle vostre mani”. Al giorno d’oggi, possiamo affermare che esso sia effettivamente tutto nelle nostre mani e che dipenda unicamente dal nostro operato e dalle nostre scelte?
3. Sempre più ragazzi scelgono di studiare le lingue straniere, al liceo ma non solo. Questa scelta può essere vista come sintomo di una mancanza, da parte dei ragazzi italiani, di fiducia in una futura vita in questo Paese, in quanto consapevoli che dovranno partire per trovare lavoro? Oppure, al contrario, questa scelta può essere vista come l’opportunità di scoprire nuovi orizzonti e avvicinarsi a culture diverse dalla nostra?
4. Dalle ultime vicende sembra che la terza guerra mondiale sia cominciata. Le nuove generazioni riusciranno a cambiare il corso della storia, oppure si lasceranno sopraffare dal potere della corrotta classe politica globale? Si parla spesso di globalizzazione di cultura, ma io ritengo che oramai si debba parlare di globalizzazione anche del potere, in particolare quello dei soldi. Possiamo pensare di trovare un accordo se a questo punto ogni Paese guarda esclusivamente ai propri interessi?
5. Tutto si trasforma. Ma certe cose sembrano rimanere le stesse. Quanta importanza ha la tradizione in un mondo quasi totalmente globalizzato? Soprattutto la domanda da porsi è, secondo me, la seguente: avere una forte tradizione, porta uno Stato a chiudersi in se stesso, quando invece dovrebbe sfruttarla per crescere e svilupparsi?


Le 5 domande dei bookbloggers del Liceo Alfieri di Torino

Beatrice Culotta
1.Riuscirò a realizzare i miei obiettivi?
2.Le donne potranno sentirsi sicure?
3.Cosa trasmetterà ai posteri la mia generazione?
4.L’idea di cultura cambierà?
5.L’arte verrà dimenticata?

Giacomo Bosco
1.Ci sarà ancora vita sulla terra?
2. Come cambieremo il nostro modo di rapportarci con gli altri e con la tecnologia?
3. Si riuscirà a creare una società che non esclude nessuno?
4. Si potrà giungere a una situazione di equilibrio in cui nessuna nazione voglia prevalere sulle altre?
5. Si riuscirà a provvedere alle proprie necessità rispettando la natura?

Filippo Novelli
1. Come si evolverà il rapporto tra uomo e ambiente?

2. Se la parola è l’arma più potente del mondo, come mai si fa e si farà ancora largo ricorso alla guerra?
3. Si potrà ritenere indifferente qualcuno ormai assuefatto alla vita frenetica e condizionata dai social-media degli ultimi anni?
4. Com’è possibile che la melanina più o meno presente nella nostra pelle non ci faccia sentire tutti parte di un’unica grande comunità?
5. L’uomo continuerà a professarsi pacificatore di popoli pur sganciando bombe su questi ultimi?

Sofia Cordero
1. Il progresso tecnologico in continuo sviluppo, applicato in vari settori (medico, bellico, industriale…), aiuterà o sostituirà l’uomo nel lavoro e nelle occupazioni quotidiane?
2. Il futuro richiederà giovani con conoscenze sempre più specializzate o nasceranno nuove professioni fondate sulla creatività e sull’originalità del singolo?
3. In che modo suscitare maggior interesse nei giovani alla politica in genere e in particolare a quella del proprio paese?
4. Si dovranno toccare con mano gli effetti di una rovina ambientale per sensibilizzare la gente alla salvaguardia del pianeta? Come si potrà agire per far intervenire il maggior numero di persone a risolvere almeno in parte questo reale problema?
5. Come appassionare di più le nuove generazioni alla cultura e all’informazione? Come stimolarli ad essere parte integrante ed attiva della società in cui vivono?

Silvia Bracco
In futuro…
1. Potrò fare un lavoro che mi soddisfi o vivrò di piccoli lavori saltuari e che non mi piacciono?
2. Saremo ancora in grado di parlarci e fare qualcosa di pratico o la tecnologia prenderà il sopravvento su di noi? (è necessaria così tanta tecnologia?)
3. Si potrà mai rimediare ai problemi della nostra epoca (inquinamento, surriscaldamento globale, scomparsa di specie animali e habitat naturali, mancanza di posti di lavoro, problemi sociali…)? Da chi dovrà partire l’iniziativa? Saranno necessarie leggi per imporre cambiamenti o basterebbe la volontà delle persone (e queste, come dovrebbero essere sensibilizzate?)?
4. Si potrà essere felici vivendo in un mondo sempre più veloce (forse a causa della diffusione delle tecnologie: allora forse una volta le persone erano più serene?), in una società che funziona poco bene, nel consumismo, nelle guerre…?
5. Noi, giovani oggi, passeremo il tempo cercando di rimediare alla rovina del mondo iniziata dai nostri (anche non troppo lontani) antenati? Fino a che punto sarà necessario sacrificarsi e quanti risultati c’è la possibilità concreta di ottenere?

Elisabetta Ceresero Stivé
Queste qui sotto riportate sono le cinque domande che mi sento di porre al futuro…
 1. Ci saranno ancora guerre?
Questa è una domanda con una risposta purtroppo immediata, ma io continuerò  a pormi questo quesito, perché vivo nella speranza che un giorno tutto questa possa finire.
2. Ci saranno persone che lottando per un obiettivo di carattere sociale lo raggiungeranno con onestà intellettuale senza compromessi?
3. Si riuscirà ad arrivare ad una totale parità tra uomini e donne?
Questa domanda me la pongo in quanto continuo a notare in molti casi come la donna venga considerata quasi come un oggetto. Basta pensare ai cartelloni pubblicitari mirati ad un determinato pubblico, nei quali viene “esposta” per far sì che esso noti la pubblicità, oppure  al fatto che in molti lavori risulta ancora sottopagata meno rispetto ad un uomo.
4. Sarà possibile essere se stessi, e mostrare le proprie preferenze, senza essere derisi perché diversi?
Ci sono purtroppo moltissime persone che tendono a nascondere le proprie passioni o i propri gusti per paura di essere giudicati, offesi e maltrattati, e non è accettabile in un mondo che comunque si è evoluto.
5. Avrò la possibilità di realizzare i miei sogni?
Una domanda apparentemente banale, che penso si pongano un po’ tutti  i miei coetanei, ma che nasconde un significato profondo.

Federica Balia
1. Riusciremo a vivere senza danneggiare più la natura?
2. Quale immagine di noi avranno le persone tra 500 anni?
3. Viaggiare nel tempo continuerà ad essere fantascienza?
4. Fino a dove arriverà la tecnologia?
5. Si scoprirà cosa c’è dopo la morte?

Martina Catino
1. Quando è il momento di fermarsi a pensare prima di agire e quando quello di agire d’impulso?2. Quando è il momento di accontentarsi e non cercare di meglio?
3. Come trovo il mio posto nel mondo?
4. Quanta importanza devo dare alla religione nella mia vita quotidiana?/Devo farmi condizionare dalla religione nelle mie scelte?
5. Quanto mi devo far condizionare dagli altri nelle mie scelte?

Alice Artico
1. L’età adulta porterà veramente alla maturità?
2. La nostra vita sarà sempre basata sulla competitività?
3. Come si potrà contribuire al bene della società?
4. Ci sarà un futuro equo per tutti?
5. Si terrà conto delle reali capacità dell’individuo?

Giovanni Laio
1. Avremo in futuro tutti uguali diritti?
2. Saranno un giorno gli Stati tutti uguali per assetto politico?
3. Cesserà o aumenterà la globalizzazione?
4. La medicina farà ancora nuovi progressi?
5. Vivremo in una società più statica o più dinamica?

Luca Pasin
1. Troverò un lavoro gratificante?
2. Si scoprirà la vita su altri pianeti?
3. Colonizzeremo altri pianeti?
4. Perderò qualche mio caro amico?
5. Si alzerà notevolmente l’aspettativa media di vita?

Ada Pupella
1. Ci sarà una lingua comune a tutti?
2. Ci sarà un presidente della repubblica donna?
3. Si riuscirà ad usare solo energia rinnovabile ?
4. Si troverà la cura per malattie oggi incurabili?
5. Riusciremo a mettere da parte le differenze e ad integrarci pienamente con gli altri popoli?

Mattia Scarcina
1. Per cosa saremo ricordati?
2. Sarà giusto ricordarci?
3. Servirà ancora leggere?
4. Potrà non esserci un clima di tensione tra stati?

Roberta De Gioanni
1. Quali saranno i lavori del futuro?
2. Inizieremo a rispettare l’ambiente che ci circonda?
3. Quale ideologia prevarrà nel futuro?
4. Riuscirò a raggiungere un mio equilibrio interiore?
5. Sarò soddisfatta della vita che starò vivendo?

Eleonora Liberti
1. Saremo visti e trattati tutti alla pari?
2. Riuscirò a realizzare i miei sogni?
3. Dovrò vivere una guerra in prima persona?
4. Come cambierà la politica quando sarà in mano nostra? Noi ragazzi di oggi non ci vediamo rappresentati dai politici e dai loro programmi: quando entreremo noi in questo mondo riusciremo a realizzare quello che desideriamo?
5. Riuscirò ad imparare tante lingue quante mi piacerebbe impararne?

Federica Mo
1. Esiste un modo per distinguersi dalla massa ed emergere? 
2. Come possiamo evitare l’oblio? Qual è il modo per non essere dimenticati e rimanere impressi nella memoria delle persone ?
3. Tutti i sacrifici e le rinunce fatte per la scuola, mi porteranno a qualcosa o rimarranno fini a se stesse?
4. Cosa mi lascerà il Salone del Libro?
5. In un mondo sempre più virtuale e digitale in cui anche i fidanzamenti e i colloqui di lavoro avvengono via Internet, riusciremo a non perdere il valore del “vero”, del contatto , dei discorsi “ vis a vis” o sarà tutto solo più virtuale?

Greta Mariotti
1. Come si evolverà la società? Sarà tutto come è adesso? Cosa cambierà? Rispetterà le esigenze della gente? Cambierà in meglio o in peggio?
2. Dove sarò tra 10 anni? Tutti gli studi che sto facendo mi daranno una base per il mio futuro lavoro?
3. Il mondo sarà distrutto dall’infinito ego degli uomini? Ci sarà mai PACE?
4. Come si divertiranno gli adolescenti quando io non lo sarò più? Cambierà qualcosa? Qualcuno uscirà ancora il sabato pomeriggio e la sera o si incontreranno tutti via FaceTime?
5. Esiste ancora qualcosa da scoprire? Quali saranno le nuove tecnologie e le nuove scoperte? E una volta che avremo scoperto tutto, se questo accadrà, cesserà la sete di sapere tipica ti tutti gli uomini o ci spingeremo a cercare sempre nuovi e più lontani universi?

Lara Paciocco
1. Riuscirò a raggiungere i miei obiettivi di vita?
2. Avrò più amici o nemici?
3. Le persone riusciranno ad andare più d’accordo fra loro?
4. Riusciremo a diventare più protettivi nei confronti dell’ambiente?
5. Le donne raggiungeranno la piena parità dei sessi?

Alisia Rizzi
1. Il percorso di studi che sto affrontando, dove mi porterà? Troverò una strada, un posto, un lavoro, delle persone che mi facciano sentire bene come mi sento ora?
2. E i miei sogni e desideri? Si realizzeranno o resteranno sempre tutti nel cassetto del comodino?
3. Chi mi accompagnerà in questo lungo viaggio che è la vita? Chi se ne andrà e non rivedrò più? Chi invece resterà?
4. Le perone contribuiranno a cambiare il mondo o saranno passivi spettatori di qualche catastrofe, come si racconta nei libri fantasy – distopici?
5. Ci saranno scoperte che cambieranno radicalmente la nostra esistenza come è accaduto nei secoli scorsi?

Matilde Baiardi
1. Avrò un posto dove poter essere me stessa?
2. Quante volte ancora verrò delusa dalle persone?
3. Riuscirò ad accettare la fallibilità umana?
4. C’è davvero nel mondo una persona per ciascuno?
5. Alla mia morte,  sarò dimenticata o lascerò un segno?

Stefano Serafino
1. Ci saranno ancora rapporti tra le persone o saremo schiavi degli smartphone?
2. Riuscirò ad essere la persona che voglio essere?
3. Ci saranno ancora persone che leggeranno i libri e avranno la possibilità di prendersi del tempo per se stessi?
4. Si smetterà di giudicare le persone in base al loro sesso, colore di pelle, orientamento sessuale e religione?
5. Riuscirò a realizzare i sogni che ho nel cassetto?

Ludovica Raffa
1. In ambito medico si riusciranno a portare a termine in modo positivo le ricerche in atto oggi?
2. Come sarà il mondo delle nuove generazioni?
3. Quale sarà il peso che avranno internet e le nuove tecnologie sulla vita degli uomini tra qualche anno?
4. Quale possibilità di riuscire a realizzarmi e vivere come desidero avrò? (Per esempio fare il lavoro dei miei sogni)
5. A quali nuove scoperte ed evoluzioni potrò assistere nella mia vita?

Alessandra Malagnino
1.Realizzerò i miei sogni?
2.In che realtà vivrò?
3.Continuerò ad essere felice?
4.Riuscirò a conoscere il mondo viaggiando?
5.Manterrò le amicizie di oggi?


Le 5 domande dei bookblogger del Liceo Ariosto di Ferrara

Andrea Righi
1.Chi voglio essere?
Chi voglio essere, o meglio chi vorrei diventare, è una domanda che spesso mi pongo e che, con altrettanta frequenza, mi viene posta. È complicato dare una risposta.
Ho sviluppato un certo interesse per le materie umanistiche, soprattutto letteratura, che si è trasformato in dedizione e innamoramento al punto che, rispondendo alla domanda, vorrei essere una studiosa di quelle che passano le proprie giornate ad analizzare testi originali o vorrei entrare nel mondo dell’editoria per poter sfogliare pagine e pagine di libri ancora inediti.
Perché è complicato se ho risposto? Perché le cose stanno cambiando troppo velocemente e mestieri che ieri erano cardini del mondo lavorativo oggi sono sempre più messi in disparte o abbandonati.
Nel mio caso, ad esempio, con l’uso della tecnologia il cartaceo viene utilizzato sempre meno e chi mi assicura che fra dieci anni, per correggere un libro o studiare un manoscritto, sia richiesto personale? Ci sarà poco da interpretare se i manoscritti non esisteranno più e ogni bozza verrà scritta al computer, che non fanno trasparire le correzioni applicate, senza poter riconoscere il modus operandi di un autore.
Ma io lo farei lo stesso, altrimenti non farei ciò che mi piace e non sarei me stessa.
Senz’altro oggi, a causa del clima di insicurezza e della “moda invasiva”, le persone vorrebbero essere loro stesse, ma hanno paura di venir escluse o giudicate nel diventarlo, con la conseguenza di non giungere mai a conoscersi fino in fondo.
2. Perchè mi serve un nemico?
Il confine è un’arma a doppio taglio: è funzionale logisticamente, ma limitante.
Funzionale perché avendo dei confini si hanno delle sicurezze per quanto riguarda il territorio in cui ci si trova, alla sua amministrazione e a come muoversi su di esso.
Limitante perché il solo fatto di avere delle frontiere ci induce a pensare come “diverso” ciò che ne è al di là senza stimolare la propria identificazione come cittadino del mondo, limitandola a cittadino di un determinato Stato.
In altrettanto modo avere un confine stimola la nostra curiosità di conoscere il “diverso”, ma non ci spinge ad una cooperazione totale. È già in atto infatti una cooperazione parziale tra paesi grazie alla diffusione della tecnologia, di internet e dei social; ma i pregiudizi e, in alcuni casi, la discriminazione esistono ancora purtroppo.
È nemico chiunque viene additato come tale, proprio a causa di questi pregiudizi talvolta, e se non viene accusato è amico.
3. A chi appartiene il mondo?
Senza dubbio il mondo è di tutti, è la casa di ognuno. È altrettanto vero che economicamente parlando il mondo appartiene alle grandi potenze che hanno avuto risorse sufficienti per progredire e svilupparsi sempre più.
Ognuno nel suo piccolo dovrebbe prendersi cura del mondo in cui viviamo con piccoli gesti che, messi insieme, posso fare grandi cose. Questo è applicabile anche al mondo del lavoro. Il lavoro non è altro che un ecosistema in cui si è rotto l’equilibrio tra i suoi componenti e che, per risanarlo, richiede l’impegno di ciascuno.
4. Dove mi portano spiritualità e scienza?
Da parte della Chiesa ci sono state promesse di miglioramento, il suo problema è il radicalismo intrinseco in alcuni suoi rami e ordini ecclesiatici.
Nella scienza il discorso è un pochino più semplice perché è sempre stata presente una mentalità più dedita alla sperimentazione e al miglioramento per se stessa e per gli altri.
Quindi sì, a parer mio sono state avanzate promesse di miglioramento da ambe le parti.
5. Che cosa voglio dall’arte: libertà o rivoluzione?
L’arte è tutto ciò che ha permesso all’uomo la sua libera espressione, dalla danza alla musica, dalle arti figurative come pittura o scultura alla letteratura lirica o prosaica.
Le arti possono bastare a se stesse solo nel caso in cui ciò che viene ricercato è la ludicità e la perfezione esecutiva dell’opera. Diversamente da questo le opere d’arte sono portatrici di messaggi da parte dei loro autori, qualsiasi essi siano: di denuncia, di amore, di ideale, di virtù, di tristezza etc etc.
Secondo me le arti sono libere per definizione, e che portino un messaggio di rivoluzione è una scelta dell’artista, con il quale si può essere o meno d’accordo. Io ne sono a favore.
6. Qual è il tuo libro Galeotto?
Facile scelta: Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry. È stato uno dei primi libri di cui ho memoria e che ho avuto l’occasione di sviscerare più volte già da bambina grazie alla scuola e grazie all’aiuto di mia madre. Ogni volta che lo rileggo mi insegna qualcosa di nuovo che mi era sfuggito o, semplicemente, assume una sfaccettatura diversa.
È un libro che man mano che si cresce si carica di nuovi significati e per questo mi emoziona tutte le volte.

Ines Ammirati
1. Il Futuro è ancora nelle mie mani?
La contemporaneità problematica che viviamo sulla nostra pelle prospetta davanti alle nuove generazioni un futuro incerto, caratterizzato dalla difficoltà di affermarsi in un mercato del lavoro sempre più competitivo. Saremo in grado di realizzare i nostri sogni? O saremo costretti a metterli da parte per soddisfare le aspettative che il mondo nutre in noi?
2. Quanto mi appartiene la realtà che sto vivendo?
Viviamo in un mondo  basato sull’irrefrenabile bisogno di novità in cui il progresso è il motore di una realtà in continuo mutamento.  Siamo in grado di adattarci a questa realtà proiettata unicamente sul futuro e non più sul presente? I nostri successi sono reali o piuttosto delle boe a cui cerchiamo disperatamente di aggrapparci per rimanere a galla nel tumultuoso mare del progresso?
3. Vivere oggi significa far sapere al mondo che stai vivendo?
In una società basata sulla comunicazione tramite social networks non essere online equivale al moderno isolamento sociale. Tutti sentono la necessità di condividere con il resto del mondo la loro vita, rendendoli partecipi a volte persino dei loro momenti più privati. Come in un episodio di Black Mirror ci stiamo trasformando in una società  in cui il consenso sociale è determinato dal numero di like. Siamo forse divenuti protagonisti di uno dei  futuri distopici che tanto temevamo?
4. E’ possibile non essere razzisti?
Per quanto possa sembrare un paradosso, difendersi dagli stereotipi al giorno d’oggi sembra diventato sempre più difficile. Dai programmi televisivi ad alcune tra le più note testate giornalistiche, i mezzi di comunicazione di massa spesso si servono di termini inappropriati nel tentativo di attrarre l’attenzione del loro pubblico, andando così ad alimentare i luoghi comuni. Come ci si può proteggere dall’esserne influenzati?
5. In un prossimo futuro come evolverà l’apprendimento?
e-Book, LIM, tablet, la tecnologia sta cambiando il nostro modo di concepire l’apprendimento scolastico. Fin da piccoli, i nativi digitali delle nuove generazioni apprendono in maniera rapidissima a destreggiarsi nell’utilizzo di questi nuovi strumenti, dimostrando capacità intuitive incredibili.
Tuttavia, mentre aumentano le loro abilità nell’analisi di un contenuto grafico, diminuiscono le loro capacità di interpretazione di un testo scritto, tanto che si è parlato molto nell’ultimo periodo di analfabetismo funzionale.
Esiste una correlazione tra i due? In un futuro imminente l’insegnamento sarà forse ridotto alla presentazione di una serie di immagini accompagnate da un testo sempre più breve?
6. Qual è il tuo libro Galeotto?
Il mio libro Galeotto è Cent’anni di solitudine di Gabriel Garcia Marquez. Questo meraviglioso romanzo è stato infatti il primo ad avermi fatto appassionare veramente alla lettura per la sua straordinaria capacità di trasportarti in un’altra dimensione in cui realtà e fantasia si mescolano nel corso del racconto dell’incredibile storia della famiglia Buendìa.

Simona Babbi, 4W
1. Cosa rimarrà di tutto ciò che abbiamo costruito?
(Riferito alle città, edifici ecc…, ma anche alle relazioni sociali)
2. Ci saranno ancora gli strumenti musicali?
(Dato che gli strumenti musicali sono stati spesso sostituiti da apparecchi elettronici, c’è la possibilità che anche gli strumenti in sé possano essere messi da parte)
3. Con l’avanzare della tecnologia ci sarà una regressione della società?
4. Se oggi osserviamo un paesaggio, un oggetto o qualsiasi altra cosa, lo consideriamo comune e senza significato. Se non ci fossero più queste, continueremmo a ritenerle ancora banali o attribuiremmo loro il valore che meritano?
5. Riusciremo a diventare chi aspiriamo ad essere?

Giulia Piccoli, 4T
1. Cosa ne sarà di me e del mio futuro?
Tutto è in continua evoluzione e le scelte che facciamo ora sono come una grande scommessa su quello che saremo. Come si può ‘prevedere’ il futuro e orientarci verso la scelta migliore?
2. Cosa ne sarà del mondo in cui viviamo?
Si prevede da qui al 2050 un peggioramento della vita del nostro pianeta, che rimarrà in parte desertico, arido e secco. Si stanno per questo prendendo una serie di provvedimenti volti a ridurre le emissioni di CO2 per evitare simili conseguenze, ma l’introduzione di biotecnologie e di fonti rinnovabili di energia è piuttosto lenta.
Riusciremo ad evitare la catastrofe e a salvare il nostro pianeta? Cosa ne sarà della vita dei nostri figli e nipoti?
3. Che nuove professioni nasceranno?
La nostra società cambia in continuazione e sempre più velocemente. La maggior parte di noi in futuro sarà impiegata in professioni che ora non sono nemmeno immaginabili. Cosa resterà dei mestieri del nostro passato?
4. Che peso avranno religione e fede nella vita futura?
Più passa il tempo e più le chiese si popolano di persone anziane e di bambini e ragazzi neanche l’ombra.
In un paese cattolico e fortemente legato alla tradizione quale è l’Italia, quante persone saranno ancora praticanti e credenti in futuro?
5. Nasceranno nuove forme di espressione artistica, forme sperimentali conseguenza di una ‘rivoluzione’ dell’arte figurativa moderna, al pari di quelle passate?
L’arte moderna è il risultato di rivoluzioni continue  e l’espressione artistica in ambito figurativo sta diventando sempre più simbolica ed astratta. È raro trovare opere paragonabili a quelle dei grandi maestri della tradizione.
Esisteranno ancora in futuro opere significative di quella che sarà chiamata ‘arte contemporanea’ al pari delle opere degli artisti classici e rinascimentali?

Caterina Lollini, 4T 
1. Da dove bisogna cominciare se si decide di trovare un lavoro all’estero?
2. Sarà possibile una vita futura su altri pianeti?
3. È giusto o illusorio essere ottimisti?
Molti giovani oggi vivono con grande preoccupazione il loro futuro.
4. L’uomo vivrà più a lungo grazie alle future scoperte biomediche e tecnologiche?
5. Perché dobbiamo costruire, predefinire il futuro per la nostra realizzazione personale, invece di cogliere le opportunità del presente?
6. Cosa può fare l’uomo per immaginare una nuova ‘arte del vivere’?

Sara Meneghini, 4Q
1. Nel futuro la cultura, i libri, la libertà di pensiero, di parola e di stampa saranno finalmente accessibili a ogni persona sul pianeta?
Ancora oggi vi sono Paesi in cui l’accesso alla cultura è possibile solo a poche persone, dove molti libri sono censurati perché ritenuti non adatti o semplicemente perché dicono verità scomode. In alcuni Paesi le persone sono incarcerate per aver espresso un proprio pensiero non conforme alla forma mentis comune. In futuro tutto questo cambierà? Ci sarà un ampliamento di questi diritti, o forse una maggiore restrizione?
2. Riusciremo ancora a distinguere dove finisce il nostro pensiero e inizia quello di qualcun altro?  Saremmo in grado di formulare un pensiero tutto nostro che non sia influenzato dai media, social network, fake news o dalla cattiva informazione?
Siamo tanto condizionati dal giudizio degli altri, che pur di essere accettati cambiamo opinione non riuscendo più a riconoscere ciò che siamo.
3. Riuscirò a realizzare me stessa e i miei sogni?
Del futuro, l’unica cosa certa è che è incerto. Non sappiamo se riusciremo a finire la scuola, l’università, a trovare un lavoro, quindi, in parte rinunciamo ai nostri sogni pur di trovare qualcosa per vivere. Ma i sogni dove stanno? In futuro la situazione potrà migliorare così da riprendere a seguire ciò che piace?
4. Per realizzarmi devo concentrarmi esclusivamente sui miei obiettivi e perdere di vista il resto?
Realizzarsi vuol dire lavorare sodo e fare sacrifici. Ma questi sacrifici hanno dei limiti o no? Posso pensare di sacrificare la mia vita privata per realizzarmi professionalmente oppure per arrivare a un traguardo agognato posso dimenticarmi di tutto ciò che mi circonda?
5. L’arte sarà ancora oggetto di discussione tra i giovani?
Già oggi l’arte è un argomento che poco dibattuto fra i giovani. Pochi giovani frequentano gallerie d’arte, musei e opere teatrali e in futuro questo fenomeno aumenterà?
6. Qual è il tuo libro galeotto?
In realtà io ho due libri galeotti. Il primo è Innamorata di un angelo  di Federica Bosco perché è il romanzo che mi ha fatto capire quanto può emozionare la lettura di un libro. Il secondo è Incantesimo tra le righe di Jodi Pooult, perché questo libro tratta del mio più grande sogno: poter entrare nella storia e interagire con i personaggi di un libro.

Francesca Bandiera, 4X
1. Gli adolescenti di oggi hanno come idoli personaggi senza spessore, che sperperano la loro ricchezza, mostrano il vizio del consumismo e girano video in cui fumano canne (uno fra tanti: Sfera Ebbasta.) Questo drastico cambiamento di “esempi-guida” è probabilmente dovuto alla comparsa dei social media, che inducono i giovani a immergersi in una realtà sempre più virtuale e fittizia. Che cosa ne sarà del concetto di “giusta misura”? Sapremo riconoscere i veri valori umani?2. Ormai apparteniamo a una società interrazziale, che si dirige sempre più verso la globalizzazione. Siamo davvero pronti ad accettare un’integrazione culturale così universale?
3. Perché temiamo la diversità? Da dove nasce questo bisogno sociale di conformarci alla massa?
4. Le protagoniste alla “Mary Sue” della Letteratura Young Adult rappresentano lo stereotipo della ragazza perfetta: bella, brava e ammirata da tutti, senza però possedere nessun tipo di qualità. Si ritrovano al centro della storia incapaci di reagire, se non con l’aiuto del loro amato, un “impeccabile eroe”. Non solo sono un cliché letterario, ma si scontrano con i principi d’indipendenza e autonomia femminile. Così facendo, non si rischierà di perdere quel senso “formativo” che soprattutto i romanzi per ragazzi dovrebbero possedere? È davvero più importante rispettare le esigenze del marketing piuttosto che “educare” i giovani lettori?
5. Più il tempo passa, più ci orienteremo al genere fantascientifico? O esso perderà un po’ del suo fascino con l’avanzare della tecnologia?
Benedetta Crivellaro, 4O
1. Abbiamo sporcato la terra di sangue, abbiamo inquinato oceani e oceani per avere sempre di più, abbiamo disboscato foreste per creare industrie, ci siamo macchiati di queste indelebili responsabilità. Il mondo sta piangendo: in che modo possiamo asciugargli le lacrime? Scrivendo canzoni? Recitando poesie? Dipingendo un cielo limpido? O invece, dobbiamo rassegnarci alla situazione e continuare a fare parte di tutto questo?
2. Religione e scienza sono un tutt’uno? Perché quando si cammina per un bosco si sente energia dal terreno? Perché quando osserviamo la natura rimane sempre un briciolo di mistero, quel soffio vitale che crea, biologicamente, tutto, ma che profuma di spiritualità?
3. L’arte riuscirà mai a purificare questo pianeta da tutto il marciume che abbiamo sotterrato? Servono guerre per difendersi? O basterebbero parole per gridare la libertà?
4. In un mondo dove l’arte viene venduta e non vissuta, dove il futuro sembra voler ristagnare nel consumismo, dove ancora miliardi persone hanno legato alle caviglie i pesi della società occidentale, riusciremo mai a dar vita alle nostre passioni?
5. Il mondo continuerà ad essere di qualcuno? Quand’è che l’uomo capirà che il mondo non è suo, ma è di tutte le creature che ci vivono? Che deve essere condiviso, rispettato e non dominato per fini di lucro o potere?
6. La rivoluzione deve essere sempre armata? Dobbiamo fare uso di armi, avere un nemico per giustificare la morte e la guerra? L’uomo riuscirà a proteggere la propria cultura senza fare uso di violenza?
7. Perché il nome di Dio è stato infangato da sanguinose guerre? Perché la scienza, con i suoi progressi tecnologici ha inventato armi capaci di sterminare intere popolazioni?8. Perché quelli che dovrebbero rappresentare uno Stato si divertono a giocare con queste armi, a sfidarsi di chi prima “premerà il bottone”?

Federica Sossella, 4W
1. Nel futuro, potrebbe il progresso diventare una minaccia?
2. Qual è la minaccia maggiore per il futuro? Cosa si può fare per combatterla?
3. La storia è destinata a ripetersi? È possibile che la natura umana esca dai propri schemi e che si eviti di commettere errori passati?
4. Quale dovrebbe essere l’obiettivo della società e dei singoli individui per il futuro?
5. È possibile esaurire il concetto di originalità e vivere in un mondo dove tutto è stato già fatto e pensato?

Michele Corio
1. Che ne sarà di noi?
La nostra generazione vive una rivoluzione tecnologica senza pari. Saremo in grado di gestirla al meglio?
2. Come si combatte la paura?
Sembra paradossale, ma un’epoca di globalizzazione la paura continua a crescere. Come agire per invertire la tendenza?
3. Che fine farà la crescita sostenibile?
La vera sfida del nostro tempo è quella della crescita sostenibile: economia, ambientalismo e stato sociale che cooperino per rendere possibile un capitalismo non distruttivo. Questa teoria avrà successo nella applicazione pratica?
4. Quale sarà il futuro della letteratura?
Quali generi emergeranno? E quali di questi avranno la meglio sui “classici”?
5. E quello dell’informazione?
La carta stampata è in crisi già da tempo. Riuscirà a recuperare  lo svantaggio che si è creato con altri mezzi d’informazione, o sarà destinata a sparire?

Irene Bombonato
1. Come si possono combattere gli svantaggi della tecnologia, eliminandola completamente dalla nostra vita?
2. Perché si sta sempre di più perdendo la passione per i libri?
3. Come si può combattere questa perenne guerra civile tra i partiti politici in cui nessuno ormai pensa più al bene dello stato?
4. Qual è il valore di cui non puoi fare a meno?
5. Se dovessi dire qual è il problema principale della nostra società diresti, la società stessa?

 Chiara Marchesin
1. Quello che voglio diventare, è veramente frutto della conoscenza di me stessa o è solo ciò che ammiro nei modelli sociali?
2. Sono superficiale bei confronti degli altri? Nonostante i numerosi progetti antirazzisti fatti il mio comportamento conserva ancora dei pregiudizi?
3. Ho un atteggiamento responsabile nei confronti del mondo ? Sono realmente interessata a queste questioni e a voler cambiare qualcosa?
4. La religione preclude la scienza? In futuro si raggiungeranno conoscenze scientifiche al limite della morale e dell’immaginario umano?
5. L’arte al giorno d’oggi è libera del tutto? Siamo troppo occupati dai social media per appassionarci veramente  all’arte e apprezzarla in ogni sua forma? L’arte deve aiutare a veicolare messaggi importanti ?
6. Qual è il tuo libro Galeotto? Il mio libro galeotto è Mandami tanta vita di Paolo di Paolo: un romanzo sul tempo e sulla giovinezza in tempi terribili in cui la letteratura però contava moltissimo. È la storia intrecciata di due destini diversissimi che però si sfiorano, di Moraldo che ammira profondamente un altro giovane, Piero . Le domande di Moraldo non trovano risposte nell’amore e nella figura di Piero perciò la fatica e il dubbio lo assalgono. Questo libro mi racconta storie diverse, di persone che sento come realmente esistite in passato. Provo una grande ammirazione per queste figure e la loro storia personale che è difficile è rivoluzionaria per un’Europa alle soglie degli anni 30. É il mio libro galeotto perché racconta di un giovane che ammira fortemente un “maestro” il quale, a sua volta, sbaglia e non è perfetto.

 

Sul sito dedicato al tema del Salone 2018 trovate le risposte alle domande che hanno dato autori, protagonisti del salone e non solo, il pubblico e naturalmente i ragazzi delle scuole coinvolti anche loro dal Salone e impegnati a cercare di trovare le risposte alle nostre 5 domande. Se anche voi volete riscrivere/scrivere le vostre domande, se preferite farvi delle domande invece che dare delle risposte, mandateci una mail a bookblog.salonelibro@circololettori.it. Che vogliate domande o rispondere mandateci le vostre suggestioni!