Quest’anno tra vicissitudini ferroviarie, acquazzoni e deragliamenti, sono stato in compagnia della
classe prima B del Liceo Vercelli di Asti. La mia anfitriona è stata la professoressa Graziella
Ventimiglia con la quale c’è stata immediata simpatia e ottima collaborazione.
Io, tra tutti gli scrittori che quest’anno partecipano all’iniziativa del Salone del Libro di Torino,
Adotta uno scrittore, credo di rappresentare il romanzo di genere, quello che ormai scrivo da anni.
Con i ragazzi della prima B abbiamo avuto uno scambio piuttosto vario di informazioni. Il primo
incontro, quello per rompere il ghiaccio, si è svolto all’insegna del “son et lumière”, con l’aiuto di
una cinquantina di slides da me preparate sulla storia del romanzo giallo, poliziesco e noir, e tutte
le sue diramazioni, dal romanzo Gli assassini della rue Morgue, di Poe (considerato il primo, vero
poliziesco della storia), alla letteratura gialla contemporanea.
È stata una chiacchierata sui vari aspetti della letteratura di genere, sull’evoluzione e sulle derive
che ha preso nel corso del XX secolo con le due guerre mondiali e, soprattutto, con la guerra
fredda. Abbiamo parlato delle implicazioni che il terrorismo islamico ha avuto nel romanzo noir e di
come questo genere letterario sappia spesso raccontare, quando non li anticipa, i temi forti della
nostra società.
Nel secondo incontro c’è stato il primo inghippo: i genitori, dopo averlo letto, hanno deciso che il
mio nuovo romanzo, Polvere, affrontava tematiche troppo forti e hanno chiesto che i ragazzi
leggessero altro. Pur sapendo che Polvere contiene alcune scene di sesso e che gira attorno a un
argomento “forte”, quale la tratta delle nere per la prostituzione, credo che il loro giudizio sia stato
eccessivo. Del resto, i quindicenni odierni, credo siano molto più scafati e informati di quanto noi
genitori possiamo credere. Comunque, si è deciso di leggere Dieci piccoli indiani, di Agatha
Christie, certamente una pietra miliare nella storia del giallo e romanzo molto interessante al fine di
una discussione con gli studenti. Nel corso del secondo incontro, abbiamo comunque parlato di
Polvere e ho parlato di come è nato il romanzo e quali sono stati gli stimoli che mi hanno fatto
venire voglia di raccontare la storia. Abbiamo parlato di scrittura, di quali possano essere i requisiti
necessari per diventare scrittore e di che differenza ci sia tra il raccontare delle storie e scrivere un
romanzo. I ragazzi avevano molte domande e ne è nata una discussione che ha fatto sembrare
molto breve l’ora e mezza a disposizione.
Oggi c’è stato il terzo e ultimo incontro e Agatha Christie ha fatto la parte del leone. Abbiamo
parlato del romanzo come metafora della giustizia e dalla prigione, della sua unicità e di quanto
Dieci piccoli indiani abbia influito sulla cultura e sulla letteratura seguente. Agganciandomi a
questa discussione abbiamo concluso parlando di libri, di lettura, con una serie di consigli che la
professoressa Ventimiglia e io abbiamo dato agli studenti.
Se anche soltanto una piccola parte di loro, dopo questi incontri, si avvicinerà alla lettura, la cosa
rappresenterà un grande successo per questa iniziativa. Per quanto riguarda me, invece, è stata
un’esperienza molto positiva, come sempre lo sono quando ci si deve mettere alla prova.
Enrico Pandiani
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