Nell’evento “Il futuro rinasce dalla Terra”, Mario Calabresi ha dialogato con Carlo Petrini, che grazie a qualche battuta in piemontese e a un’enfasi da attore ha incantato il numeroso pubblico presente. Il tema del dibattito è stato l’associazione da lui fondata, Slow Food, che si pone l’obiettivo di salvaguardare i prodotti tipici contro la globalizzazione delle culture. Se un tempo l’aspetto “gourmet” dello stare a tavola era fondamentale, oggi la biodiversità, aggiunta a una “giustizia sociale”, prevale sul resto. Slow Food critica la spettacolarizzazione della gastronomia, definendola “pornografia dell’alimentazione”, e punta sul mantenimento della salute e del paesaggio. Senza dubbio, per questa organizzazione, la cultura del cibo si suddivide in memoria storica, condivisione e coinvolgimento di persone indigenti: l’alimento, infatti, non viene apprezzato per la sua estetica, bensì è fonte di gioia. Sede di tale progetto, nonché della sostenibilità legata alle problematiche alimentari, è Torino, città di grande diplomazia. Per far sì che l’industria alimentare non invada il nostro futuro, Carlo Petrini ha consigliato di cambiare atteggiamento individuale, in modo tale da conciliare politica e questione ambientale. Riportando l’esempio della plastica “usa e getta”, ha reso noto che il 91% è destinato alla dispersione e soltanto il 9% al riciclaggio. Quante cannucce vengono prodotte per essere utilizzate cinque secondi? Perché sprechiamo il 40% del cibo che viene servito in tavola?

Il convegno si è concluso con le date dei prossimi appuntamenti di Terra Madre al Salone del Gusto (20\24 settembre 2018), nel quale sarà presentata un’importante novità: l’università diffusa, ossia l’incontro tra il sapere tradizionale delle comunità e quello accademico, tracciandone un percorso formativo.

Francesca Bandiera e Irene Bombonato