Nella prima giornata del Salone del Libro di Torino, all’interno del “spazio internazionale”, si è svolta l’intervista agli intellettuali attivisti Mark Devine e Yasmin al Rifai, condotta da Lucia Sorbera.
Nel terzo anno consecutivo del progetto “Anime arabe”, il focus sulla cultura araba, con l’approfondimento sugli intrecci politici e sulle produzioni culturali, continua a farsi sempre più vivo e intenso. Sono presentati temi forti, quali l’attraversamento dei confini nazionali, la distinzione di un “noi” occidentale e di un ”loro” orientale, l’importanza di riconoscere e assumere sulla propria pelle le differenze, senza evitare il conflitto, ma insinuandosi dentro a questo come momento costitutivo del riconoscimento dell’altro e di se stessi.
L’incontro si è aperto prendendo come spunto di riflessione il saggio pubblicato nel 1978 da Edward Said, con il titolo di ”Orientalismo”. Si tratta di un libro che offre gli immaginari politici e culturali all’interno del mondo arabo, mette in risalto il movimento per i diritti umani, in antitesi con con i regimi locali ma anche con le invasioni straniere.
Yasmin al Rifai, fondatrice di una squadra operativa che nel 2012 si è organizzata al fine di combattere la pratica aggressiva sessuale, dice di aver letto il saggio a 19 anni, molto giovane e ancora politicamente ingenua, in occasione dell’incontro con Said organizzato dall’univeristà americana al Cairo. Fu un momento che si cristallizzò nella sua vita e che la portò a diventare una femminista e attivista egiziana, mobilitandosi anche nella rivoluzione egiziana.
Mark Levine, docente alla University of California, definisce il saggio come opera attuale e illuminante, un percorso interiore da vivere, verso il quale si ritorna più e più volte per cercare pretesti e risposte. E’ per lui difficile prendere posizione riguardo alla rivoluzione egiziana, poichè crede che un giudizio debba provenire, giustamente, da chi l’ha vissuta.
Al centro del discorso appare successivamente il corpo delle donne, il quale corre il rischio, giorno dopo giorno, di diventare un campo su cui diverse ideologie e battaglie si combattono.
Yasmin afferma che è sempre più difficile ricordare l’internazionalità del problema legato alla violenza sulle donne e più in generale alla violenza di genere, in quanto si ricade spesso nella trappola dell’orientalismo stesso.
Lara Bilancioni e Federica Bianchi
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