Roberto Morgese, autore del libro Nuno di niente (Piemme) e maestro di scuola elementare, inizia l’incontro invitando i bambini a concentrarsi sul concetto di niente e su come, per qualcuno, potrebbe improvvisamente diventare tutto. Per far comprendere meglio l’argomento, ci fa riflettere su ció che è indispensabile per sentirsi ”qualcuno” e su quello che non lo è, attraverso questa semplice attività: tutti noi dovevamo elencare quello che é fondamentale nella nostra vita. Successivamente ha chiesto di eliminare le cose meno importanti, come ad esempio la nintendo o la wifi, affermando che si puó essere “qualcuno” anche senza oggetti costosi o all’ ultima moda.
Ha poi parlato di Nuno, il protagonista del suo romanzo, un bambino vivace e intraprendente, senza niente e in estrema povertà. Dopo aver parlato del suo libro, Roberto Morgese ha risposto ad alcune nostre domande. Roberto ci dice che non é mai stato in Brasile a contatto con la gente delle favelas o con le tribú della foresta amazzonica, ma nonostante non abbia mai visto questi luoghi, si é molto informato sull’argomento.
Per delineare il carattere del protagonista Nuno si è ispirato ad alcuni bambini rom che l’autore ha conosciuto, mentre il personaggio di Mama Boga, la vicina di baracca di Nuno e che per lui é come una mamma, rispecchia invece la filosofia di non buttare o sprecare il cibo, ma recuperarlo, come fa appunto Mama Boga, aprendo un ristorante di cucina povera, ma gustosa.
Concludendo Roberto Morgese dice che Nuno lo ha aiutato a diventare uno scrittore più serio, perché calandosi nei panni del personaggio, è riuscito a vedere un’altra realtà, che altrimenti non avrebbe nemmeno immaginato.
Sara Comune e Caterina Barberis, I.C. Peyron
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