“Wolf children”, il titolo del nuovo libro di Paul Dowswell, è il nome del gruppo di ragazzi abbandonati che popolavano le strade di Berlino all’arrivo dell’Armata Rossa, alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Dopo “Ausländer”, “L’ultima alba di guerra”, “Il ragazzo di Berlino”, “Tra le mura del Cremlino”, tutti editi da Feltrinelli, questo libro è un’altra avventura ambientata nel Novecento, in cui Otto e i suoi compagni lottano ogni giorno per trovare un po’ di cibo. Il romanzo è ambientato in una Berlino distrutta, senza elettricità, acqua, gas e fognature. Ma nonostante questo, i ragazzi sopravvivono e riescono a ritrovare Hanna, una bambina che era stata rapita. Paul Dowswell, all’incontro condotto da Fabio Geda e di fronte a un numerosissimo pubblico, ha spiegato il motivo per cui  ambienta così di frequente a Berlino i suoi romanzi: è una città straordinariamente  affascinante per chi ama la storia, inoltre lo interessa immaginare la vita delle persone sotto una dittatura. “Noi siamo cresciuti con la libertà di poterci esprimere come vogliamo, non è stato così per chi è vissuto sotto i regimi totalitari”.

L’autore inglese è stato molto disponibile con il pubblico, rispondendo alle numerose domande sulla sua vita, e per finire, ha detto che sente affini la popolazione britannica e quella tedesca: cosa sarebbe successo se Hitler fosse nato nel Regno Unito?

Gabriele Dormelandi Scuola Media Peyron
Salvatore Foti tutor Fuorilegge Liceo Galileo Ferraris