Nell’arena Piemonte alle ore 13:00 protagonista dell’incontro è la Turchia.

Ha aperto il dibattito Emanuele Fiorilli Tsangarides, corrispondente Rai sulle cause del golpe fallito in Turchia e sui futuri scenari del Paese: egli ha riportato alla mente la figura di Atatürk, primo presidente della Turchia, eroe nazionale e padre della Turchia moderna, in opposizione all’attuale presidente Erdogan.

La scrittrice e giornalista turca Perihan Madgen è intervenuta descrivendo la terribile situazione che ha riguardato la Turchia dalle elezioni di Erdogan in poi. Egli è sempre stato un importante leader politico, ma è risultato esclusivamente assetato di potere nel momento in cui ha iniziato a gestire la nazione nelle vesti di presidente. L’atmosfera si è aggravata ulteriormente quando Erdogan si è opposto al colpo di Stato, che ha causato nel paese una violenta condizione di guerra.

“In un paese in pieno boom economico, Erdogan è riuscito a portare la poverta’. In un paese in cui tutto ciò che si doveva fare era smettere di pensare alla Turchia come un ”parco economico” e ai cittadini come consumatori, Erdogan ha dato importanza solo al proprio arricchimento” dice Cinar Murat.

”Sono un giornalista curdo. Sono gay. Sono nel movimento LGBT. Sono il condensato di tutto ciò che Erdogan odia e tenta di abbattere giorno dopo giorno”. Così esordisce Çakır Bawer, senza timore di rivelare chi è e chi vuole essere. Erdogan ha il completo controllo dei media e delle varie fonti di propaganda giornalistica, come afferma anche Yilmaz Levent, professore alla Istanbul Bilgi University, ricordando il famoso giornalista turco Ahmet Altan, incarcerato a vita per aver denunciato tutti i mali del suo paese.

Eppure, in un paese pieno di contrasti come la Turchia, Stato velato di un’apparente sconfitta, c’è ancora chi da’ voce alla liberta’.

Lara Bilancioni, Federica Bianchi e Ilenia Calesini