Nel primo pomeriggio della seconda giornata del festival del Salone del Libro abbiamo partecipato ad un incontro interessante e coinvolgente con l’autrice Véronique Olmi del libro “Bakhita” intervistata da Alessandra Tedesco.

Il libro è tratto dalla storia vera della schiava sudanese Bakhita, nome dal quale prende titolo il racconto, che all’età di sette anni venne rapita e successivamente salvata quando fu comprata dal console italiano di Khartum. Entrò così in Italia e prese i voti diventando una suora denominata “moretta”, a causa del colore della sua pelle.

Véronique ha deciso di raccontare la vita di questa donna non per diffonderla, ma per scavare piú a fondo riguardo alla forza e alla tenacia che l’ha spinta a sopravvivere e a ricostruirsi un futuro, nonostante non sapesse neanche il suo vero nome poiché questo le venne dato dai suoi primi padroni. Con il passare del tempo dimenticó anche il suo dialetto e i ricordi sul suo passato divennero sempre piú sfuocati. La scrittrice inoltre racconta di aver conosciuto le vicende di Bakhita mediante un quadro osservato in una cappella francese e con ció ha preso ispirazione.

Il linguaggio scelto é netto, pulito e controllato poiché l’autrice ha voluto rispettare e non violentare le disavventure di Bakhita e infine ha sottolineato la differenza fra il suo riportare il racconto e la reale esperienza che questa esemplare donna ha dovuto affrontare.

Abbiamo avuto inoltre l’onore di poter intervistare la scrittrice Olmi personalmente:

-Quali sono state le principali fonti che ha utilizzato per la scrittura del libro dato che non ha avuto l’occasione di incontrarla di persona?

-Bakhita é morta nel 1947 e rimangono ancora dei testimoni che hanno parlato di lei. Io ho avuto questo libro italiano che si chiama “La storia meravigliosa” che é il libro ufficiale riconosciuto dal Vaticano che racconta tutta la sua vita dall’infanzia fino alla sua morte.

-Quale sarebbe stata la prima domanda che le avrebbe fatto se l’avesse conosciuta?

-É strano perché sono sempre i giovani a farmi questa domanda e la trovo molto interessante alla quale peró non so rispondere. Vi do la risposta che ho dato la prima volta che mi hanno fatto questa domanda e sono rimasta sorpresa, ho detto semplicemente non le chiederei nulla la abbraccerei.

Beatrice Pruccoli, Rosa Righetti