Tramite la storia è possibile prevedere il futuro e avere una conoscenza esatta del passato?
Questo argomento è il filo conduttore dell’incontro svoltosi nello spazio duecento del Salone del libro di Torino nella giornata di venerdì 11 maggio.
Per rispondere a questa domanda sono stati invitati il filosofo Maurizio Ferraris e lo storico Alessandro Barbero.
Il primo a intervenire è proprio Maurizio Ferraris che introduce la sua parte di dibattito partendo dal presupposto che dalla storia spesso si possano fare previsioni di comportamenti o situazioni.
Siamo sicuri che quello che proviene dalla storia dia un senso al divenire? Esistono leggi generali di essa che prevedono il futuro, ma se noi potessimo prevedere tutto con precisione la storia cesserebbe di interessarci.
Essa infatti ha un elemento intrinseco di imprevedibilità anche riguardo alle cose più banali. Quando pure la storia potesse essere utile a prevedere il futuro ci sarebbe un problema nel conoscere il passato.
A seguire, la parola viene ceduta a Barbero, sostenitore dell’impossibilità di prevedere il futuro.
Per quanto riusciamo a ricostruire il passato non avremo mai la concezione di come sia stato averlo vissuto emotivamente.
La difficoltà aumenta poiché l’esattezza di un episodio storico non è facile da raggiungere quando ognuno presenta una versione diversa di esso. Anche nella epoca in cui viviamo, del presente sappiamo poco. La cosa più appassionante è scoprire ciò che è successo, ma spesso restiamo abituati alla prima interpretazione anche se non corrispondente al vero.
Nelle numerose divagazioni dei due relatori, abbiamo apprezzato l’ampiezza del ragionamento e le fantasiose connessioni proposte.
Marta Mulazzani e Rebecca Sarah Mondaini
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