L’unione dell’Europa con la Russia, per l’economista Jacques Attali sarebbe il progetto piú efficace per avere collaborazione fra due potenze apparentemente opposte o piuttosto ha un unico senso di marcia: ottenere piú potere? Un’effettiva presa di posizione non é espressa dal banchiere francese poiché temporeggia sui punti caldi del discorso, facendo trarre delle conclusioni quantomeno dubbiose, a noi pubblico. Attali pensa che l’Europa sia chiusa, nonostante la sua grande potenza economica, culturale e tecnologica, ma come c’é chi prevede la piogga se il cielo si fa fitto di nuvole, così lui prevede un’inaspettata guerra sul territorio europeo a fine del ventunesimo secolo. La sua visione così discutibile ci ha lasciato perplesse al punto da chiederci se Jacques Attali ha realmente gli occhi aperti su quel che sta succedendo nel Medio Oriente. Terre macchiate da sangue e la responsabilitá é anche dell’Europa, sono in atto numerose guerre per sfamare la pancia di multinazionali, motori dell’eterna “gabbia d’accaio”, il consumismo. Il banchiere definisce forse guerra soltanto quella che lo riguarda da vicino? Tutte queste risposte rimarranno racchiuse in queste righe poiché lui stesso ha rifiutato un ‘intervista che potesse chiarire i retorici dubbi che fermentavano nella sala.
Oltre il Mediterraneo emerge una terra ridotta in polvere da tutti noi occidentali, é l’Africa con i suoi colori, tradizioni e calorose consetudini. Non é l’Africa dell’emporio, del libero approfittarsene, dello sfruttamento, ma inevitabilmente portiamo un pezzo di una vita umana dentro ad oggetti d’uso quotidiano, come un telofono che contiene il coltan,un minerale difficilissimo da estrarre. Attali é spaventato dall’aumento incessante delle nascite in Africa e che queste persone, in un futuro, possano”invadere” le nostre case, qua in Europa, dove tutti gli agi sono alla portata di mano perché si sono sacrificate vite al vento per ottenerli.
Concludendo, penso che in una situazione cosí critica del mondo, i politici debbano smettere di guardare al loro giardino, di associare l’uomo con il profitto in denaro o di giocare “a chi prima schiaccerá il bottone”. Dovrebbero invece essere semplicemente piú umani, guardarsi attorno e ascoltare anche le voci piú deboli e non il tintinnio di una moneta che cade da una slot machine.
Benedetta Crivellaro Liceo Ariosto Ferrara
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