Ombre di più persone si susseguono nelle pagine di La famiglia Foa, s’influenzano, si inseguono, scorrono parallele oppure improvvisamente divergono: sono i Foa ed i Giua, di cui la scrittrice Anna narra le vicende, come il padre Vittorio con la sua “cattiveria velata”, sposatosi e poi separatosi da Lisa Giua e dal suo sarcasmo (non tanto velato). E’ la storia di un particolare “ebraismo laico” forse originariamente sorto in Anna come espressione del suo desiderio di emanciparsi dalla famiglia, pur rimanendo vicina alle ideologie di sinistra dei genitori: forse e’ paradossalmente simile alla perpetua ricerca di applicazioni del comunismo da parte della madre Lisa, che, impegnatasi in Lotta Continua, in modo estremamente anticonformista prima di lei aveva preso le distanze dall’ambiente della “borghesia illuminata” nel quale era cresciuta.
Nell’opera si alternano sguardi esterni sulla famiglia, riflessioni politiche, scelte etiche (come il totale rifiuto del terrorismo comune a tutti i Foa) ed analisi introspettive narrate attraverso eventi, aneddoti ed episodi di vita quotidiana. Gad Lerner, dialogando con Anna Foa, ha arricchito l’atmosfera già densa di memorie, ma memorie dinamiche, ricordi ancora vivi e quanto mai capaci di interagire con il presente.
Clicca qui per vedere anche l’intervista ad Anna Foa
Ester Dall’Olio
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