Alan Friedman si definisce “un americano mascherato da italiano”. Dichiara, infatti, di amare il nostro Paese a tal punto da affrontare tematiche riguardanti la situazione politica ed economica italiana nel suo libro “Dieci cose da sapere sull’economia italiana prima che sia troppo tardi”, nel quale ci fornisce la sua opinione su come l’Italia si possa riprendere dall’attuale situazione economica. A prendere la parola per primo durante la conferenza é stato il giornalista e conduttore televisivo Corrado Formigli che esordisce riportando la notizia, uscita sui giornali in data odierna, sulla riabilitazione di Silvio Berlusconi. Continuando sul filo della politica Formigli commenta utilizzando anche un velo di ironia e riscontrando l’approvazione del pubblico: “Sembra quasi che Di Maio e Salvini non abbiano letto questo libro”.
Alan Friedman si dimostra molto preoccupato per il futuro dell’Italia che potrebbe avere per la prima volta un Governo populista e per la presenza, in territorio nazionale, di razzismo e intolleranze che talvolta possono addirittura sfociare in “piccoli fascismi quotidiani”. A seguito delle affermazioni di Friedman, incalza il giornalista Marco Zatterin che, riportando i dati di una drastica diminuzione dell’immigrazione in Italia, sostiene che quest’ultima non sia il vero problema all’interno dell’odierno scenario politico, al contrario di quanto propagandato dai principali esponenti dei partiti politici durante la campagna elettorale.
A proposito dell’instabile situazione economica italiana, alla domanda postagli da Formigli:”In questa situazione economica, non può esserci quello shock necessario al Paese per rialzarsi?”, Friedman risponde con un secco “No” che di certo non fa trapelare buoni auspici per la sorte della nostra Nazione, un “No” che ci fa capire che le cose vanno cambiate da subito prima che sia troppo tardi. Spiega, infatti, che la proposta dell’introduzione della Flat Tax porterebbe a un vero e proprio suicidio del nostro Paese, essendo essa soltanto un beneficio per i benestanti e i ricchi e un rischio per i conti pubblici.
In chiusura, Alan Friedman ha usato una metafora che può far riflettere: il Governo è come un’orchestra, sta al direttore saperla gestire.
Greta Mariotti e Roberta De Gioanni
Nessun commento
Non ci sono ancora commenti, ma tu potresti essere il primo a scriverne uno.