Oggi all’Arena Bookstock del Lingotto si é tenuto un incontro con il magistrato, scrittore e sceneggiatore Giancarlo De Cataldo, e con il filosofo Giulio Giorello, i quali hanno discusso del rapporto tra diritto e filosofia, e della loro importanza.
De Cataldo ha iniziato il discorso evidenziando il paradosso del diritto: un’attivitá positiva per la stabilitá sociale, ma anche ambigua nelle espressioni di ”veritá” e di ”giustizia”, non facilmente definibili.
Ha continuato poi illustrando come le conoscenze scientifiche alterino il mondo legislativo: per esempio, lo sviluppo della tecnologia porta all’avvento di nuovi metodi per raccogliere prove empiriche. Inoltre, questo si lega anche alla filosofia, definita da Edoardo Boncinelli (il quale non é riuscito a partecipare all’evento) ”l’incubatrice della scienza”. In seguito, il magistrato ha parlato generalmente della storia del diritto, evidenziando il fatto che ci sia un progresso, ma anche un pericolo e una paura costante di un regresso.
Ha preso successivamente la parola Giulio Giorello, il quale é intervenuto riguardo al rapporto tra filosofia e scienze, spiegando che le scienze in parte rispondono agli interrogativi della filosofia su qual sia il senso dell’uomo nel cosmo che lo circonda. Il che significa che la scienza e la filosofia sono in costante connessione e conflitto.
L’obiettivo di quest’incontro, quindi, é trasmettere l’importanza di queste discipline e rispondere ai dubbi di molti, che si chiedono perché esse vengano ancora insegnate a scuola.
Abbiamo avuto l’occasione di porre alcune domande a Giancarlo De Cataldo riguardante il futuro, ovvero il tema dell’edizione di quest’anno del Salone del Libro, ecco le sue risposte.
Secondo lei, che cosa cambierà in futuro in campo legislativo?
”Dipende dal tipo di governo che ci sará, soprattutto per quanto riguarda alcuni settori particolarmente caldi della giustizia, come la legittima difesa, o i migranti. Un governo fortemente influenzato dalla Lega avrá una stretta sulle pene e una stretta sui diritti. Un governo di segno diverso potrebbe invece all’opposto spingere per l’approvazione di questa riforma penitenziaria, che giá é stata approvata, ma manca l’ultimo tassello. É impossibile fare una previsione in questo momento.”
Cosa dovrebbe cambiare nei giorni a venire?
”Bisognerebbe lavorare sul piano della cultura e dell’istruzione, per ritornare ad un rapporto tra i cittadini e la vita politica: l’impegno meno urlato, meno isterico, meno di pancia, piú meditato, piú studiato. Lavorare ad una ricostruzione di quei corpi intermedi di professionisti, di scuola, che possano fungere da mediazione tra istinti immediati e poi quello che si puó concretamente realizzare.”
Simona Babbi e Federica Sossella
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