Giancarlo De Cataldo ha oggi presentato il suo nuovo libro, L’agente del caos, che il mediatore ha introdotto come un ”festival dei complotti”. Il tema del complotto viene infatti trattato attraverso l’intreccio di tre diverse storie: l’esistenza di una clinica in cui venivano testate sostanze allucinogene e narcotiche per evitare che i prigionieri soccombessero al lavaggio del cervello; l’investimento di risorse economiche per trovare il ”perfetto stupefacente” e la storia di Jay Dark, di cui l’autore costruisce una biografia leggendaria, diversa da ciò che risulta dai documenti storici.
Il personaggio è infatti caratterizzato da abilità straordinarie come la velocità impressionante nell’apprendere lingue straniere e l’immunità alle droghe.
Il romanzo è ambientato in America nel secondo dopo guerra. La scelta dell’autore è dettata dalla sua volontà di cambiare cornice e dalla sua convinzione che il sistema occidentale sia ”americo-centrico”. Un’altra fonte di ispirazione è la costatazione del fatto che nella storia dell’umanità vi è da sempre un’attrazione per le sostanze stupefacenti poiché in grado di rompere la barriera della coscienza e di modificare la psiche e proprio per questa loro capacità evasiva temute ma allo stesso tempo grandi seduttrici.
L’agente del caos ha come protagonista uno scrittore che in seguito alla pubblicazione di un libro viene contattato da un avvocato, Flint, il quale contesta la storia, un breve romanzo sulla vita di Jay Dark. Agente segreto americano fu incaricato negli anni Sessanta di distribuire sostanze stupefacenti tra i movimenti rivoluzionari studenteschi per distruggerli. L’utilizzo incontrollato e costante della droga avrebbe portato questi giovani al completo collasso e alla conseguente autodistruzione. Flint non concorda il punto di vista dello scrittore poiché presente in quegli anni di conflitti e forti trasgressioni, dove le contraddizioni portavano ad uno sfaldamento radicale dei movimenti stessi.
Il contrasto emerge anche dalla figura di Jay Dark, colui che cerca di distruggere i sogni dei giovani ma che allo stesso tempo vorrebbe almeno una volta poter vivere quel sogno che il suo corpo gli impedisce.
Giancarlo De Cataldo ha concluso la conferenza sostenendo che si stia nuovamente diffondendo un ”bisogno d’estasi” insopprimibile poiché legato all’angoscia per la consapevolezza della morte, insita in ogni essere umano.
Dellacasa Cecilia e Mo Federica
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