”Walter racconta i problemi di quest’epoca partendo e sporcandosi dei propri desideri”: con queste parole Francesco Pacifico apre l’incontro tenutosi oggi, domenica 13 Maggio, nella sala Blu del Salone del Libro, in occasione della presentazione del libro ”Pagare o non pagare” (edizioni Nottetempo) di Walter Siti. Alla conferenza é intervenuto anche Giorgio Vasta.
L’autore, partendo dalla propria esperienza personale, mette a confronto il rapporto che le generazioni dagli anni ’50 in poi hanno vissuto con il denaro e quello vissuto dalle generazioni di oggi.
Egli, per raggiungere il proprio obiettivo, analizza il contesto socio-economico in cui si é formato e lo paragona alla realtá odierna: nell’Italia degli anni ’70 era possibile per tutti una scalata sociale basata sulla meritocrazia, che permetteva ai migliori di ricevere il giusto compenso. Attualmente, invece, accade spesso che i giovani lavoratori non vengano retribuiti in modo proporzionale ai servizi che offrono. La societá, tuttavia, si sente in diritto di poter fare ció poiché offre loro dei benefit virtuali che ne mascherano la precaria situazione economica, rendendo accessibili gratuitamente alcuni futili servizi della rete.
Col tempo, il denaro ha perso la propria importanza all’interno della societá: é evaporato ed é diventato un bene aleatorio. In riferimento a questa riflessione, Siti accenna a quello che negli anni ’60 era considerato un rito di passaggio: riuscire a comprarsi un bene materiale e durevole con le sole proprie forze, ad esempio una macchina con i primi mesi di stipendio, che oggi non esiste piú.
In risposta a queste affermazioni, Pacifico afferma che ormai il denaro é una realtá illusoria e che la visione dell’ autore é influenzata dal contesto economico e dalla forma mentis in cui é cresciuto. In realtá, secondo lui, nessuno é piú in grado di “farsi da sé”, né lo é mai stato. Infatti, l’idea di avere la possibilitá di conquistare qualcosa con le proprie forze é una mera illusione, maturata tra gli anni ’60 e ’80 del secolo scorso, di cui la societá attuale ancora paga le conseguenze.
Sara Tavella, Elisa Ferro
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