“La mia vita è stata un passaggio su un ponte tibetano”. Il nuovo libro di Fabian Sabhi è incentrato su una profonda ricerca interiore che ha caratterizzato tutta la sua vita. Fabian nasce in Piemonte da un padre iraniano e una madre italiana e da sempre la sua vita è stata divisa tra due realtà, quella cattolica e quella musulmana. Durante la conferenza dice che la sua storia è una storia comune a molti, che potrebbero rispecchiarsi in essa. Ad un certo punto della sua esistenza capisce che non può e non vuole fare parte di una sola di queste due realtà perché si rende conto di appartenere inevitabilmente ad entrambe. Si dichiara libera anche se il prezzo per farlo è molto alto poiché gli iraniani non la considerano tale, ma italiana e gli italiani lo stesso. Il prezzo è una non appartenenza.

La giornalista e scrittrice Ritanna Armeri, intervenuta durante l’incontro, ha chiesto all’autrice quale fosse la città alla quale sia più legata, poiché ha vissuto sempre in Italia, ma ha avuto modo di conoscere bene anche il paese del padre. Fabian dice che la città che più considera casa è sicuramente Torino, anche se è molto legata a Varigotti e a Teheran, prima città del Medio–Oriente che ha visitato. Presente anche all’incontro era il giornalista Luca Ferrua, il quale ha domandato all’autrice quali fossero i gusti e i profumi del cibo dei quali si ricorda di più, visto che ne parla ampiamente nel libro. Questo è un argomento che sta particolarmente a cuore a Fabian in quanto per lei il cibo è un vero e proprio atto d’amore, che le fa ricordare il rapporto di sua madre e di suo padre che cucinava per la moglie il suo piatto persiano preferito prima del divorzio avvenuto nel 1984.

A concludere l’incontro è stata Ritanna Armeri, la quale afferma che se in una donna è possibile che coesistano due culture, questo dovrebbe essere d’esempio per le guerre tra religioni, che infatti non hanno motivo di esistere.

Greta Mariotti e Roberta De Gioanni